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In Francia un martedì nero dei trasporti per gli scioperi contro la riforma ferroviaria

In concomitanza con il primo giorno dello sciopero dei treni indetto in Francia per protestare contro la riforma ferroviaria annunciata dal governo, diverse migliaia di manifestanti sono scesi in strada a Parigi.

Hanno aderito allo sciopero i quattro sindacati più rappresentativi della Sncf (le ferrovie dello Stato francese), garantendo un solo treno ad alta velocità Tgv su otto, un treno regionale su cinque e tre Eurostar su quattro con destinazioni Londra e Bruxelles, mentre si è completamente bloccata la circolazione verso Italia, Spagna e Svizzera.

Al corteo dei ferrovieri tra la Gare de l’Est e la Gare Saint-Lazare si sono uniti anche studenti, e secondo vari media si sono verificati danni e scontri tra forze dell’ordine e partecipanti alla marcia col volto coperto.

Il maxi-sciopero sarà distribuito nell’arco di tre mesi, sino a fine giugno, secondo un nuovo concetto di mobilitazione: è previsto uno sciopero di due giorni ogni cinque, per un totale di 36 giorni di fermi alternati fino alla fine di giugno. Della riforma vengono contestate l’abolizione dello statuto speciale per i nuovi assunti e l’apertura del servizio alla concorrenza, imposta dall’Unione Europea e già avvenuta in gran parte dei Paesi comunitari, Italia e Germania comprese, e comunque da adottare entro il 2019.

La riforma prevede la trasformazione di Sncf, attualmente gravata da un forte indebitamento di cui è previsto il rialzo fino a 62 miliardi nel 2026, da società interamente pubblica a società a capitale misto secondo il modello delle ferrovie tedesche, che prevede la formazione di una holding.

Come annunciato dalla ministra dei Trasporti, Elisabeth Borne, la linea del governo rimarrà ferma. Il premier Edouard Philippe ha precisato all’Assemblea Nazionale che la riforma non ha l’obiettivo di privatizzare la Sncf, né di chiudere le piccole linee provinciali, né “di condurre un’operazione di rottamazione senza precedenti”, ma soltanto quello di “uscire da uno status quo” non più accettabile, offrendo un servizio di qualità, e ha parlato di rispetto per gli scioperanti ma in egual misura per i lavoratori che necessitano dei mezzi di trasporto per andare al lavoro.

I sindacati puntano con questo sciopero a ottenere il sostegno dell’opinione pubblica, che però dai sondaggi risulta essere favorevole alla riforma.