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Grandi opere, Delrio: “È sbagliato voler fare di fretta”

Il Ministro è intervenuto a Torino in un incontro sul metodo del “dibattito pubblico”.

Nemica delle opere pubbliche e soprattutto delle grandi opere è stata spesso la fretta. È la sintesi di quanto affermato dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, in un video intervento in occasione di un incontro sulle grandi opere e sulla nuova legge degli appalti a Torino.

“Il dibattito sulle opere pubbliche troppo spesso non ha saputo mettere in evidenza i veri problemi di questo paese e i suoi bisogni”, ha spiegato il Ministro parlando al convegno “Dibattito pubblico per opere condivise” organizzato dall’Università di Torino. Al centro della giornata l’iter legislativo, avviato con il nuovo Codice dei contratti pubblici, che porterà all’introduzione in Italia del “dibattito pubblico” come strumento che aprirà al confronto con i cittadini sui progetti. Secondo il numero uno del dicastero dei trasporti, il dialogo sulle infrastrutture: “E’ stato drogato dal tema della velocità. Si pensava a realizzare le opere in fretta, non importava se fossero utili o condivise”. Ma Delrio ha proseguito il ragionamento aggiungendo però che la “gente che conosce quel territorio sia fatta partecipe. Vogliamo usare la partecipazione per rendere più utili le scelte che faremo: dal punto di vista costituzionale dobbiamo fare sì che la partecipazione delle persone sia effettiva”. Per questo il Ministro commentando l’introduzione del “dibattito pubblico” ha parlato di un “passo storico”.

Nello stesso incontro, invece, Ennio Cascetta, Amministratore unico di Ram, ha illustrato dati alla mano come vi sia stato un incremento degli investimenti nei trasporti con un record di opere finanziate. “In quattro anni, dal 2015 al 2018 – ha detto Cascetta – in totale sono stati stanziati ben 48 miliardi di euro contro i 49 miliardi stanziati nei precedenti 15 anni, dal 2001 al 2014. Nessuno ha fatto tanto”.

Si tratta – ha poi aggiunto Cascetta – di “opere ‘utili, belle e solide’ come indicava Vitruvio ma oggi serve anche un’altra caratteristica, la condivisione con i cittadini” superando i diversi stop che intercorrono tra la decisione politica e la realizzazione dell’opera. Questo perchè “le comunità locali tendono a mobilitarsi contro progetti di interesse generale che percepiscono come una minaccia per i propri interessi o la propria identità. Ecco perchè abbiamo messo alla base della nostra azione la condivisione con i territori”. Cascetta ha quindi ricordato come “con Connettere l’Italia, la nuova stagione di pianificazione e programmazione delle opere pubbliche, abbiamo superato la Legge Obiettivo. Con il Codice degli appalti abbiamo sancito la fine di un tempo basato su liste di opere non motivate e l’Allegato al DEF 2017 ha individuato le priorità infrastrutturali per il Paese al 2030: 108 opere e programmi per complessivi 126.3 miliardi di euro, di cui circa 94.2 già finanziati”.