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Dieci imprese per demolire: si parte il 15. Ricostruzione dal 31 marzo

Si ringrazia lo Staff de “Il Secolo XIX” per l’immagine pubblicata.

Riportiamo l’articolo di Alessandro Arona, apparso oggi su Edilizia e Territorio, circa la scelta del Commissario Bucci per la demolizione del viadotto Morandi di Genova.

Il commissario: «Abbiamo spinto le imprese a mettersi in Ati». Ci sarebbero Carena, EcoEridania, Fagioli, Vernazza, Siag, Despe, Demolscavi.

Il sindaco-commissario per Genova Marco Bucci (e il suo staff) scelgono dieci imprese per la demolizione di quel che resta del ponte Morandi, delineando una cordata e un progetto che è un mix delle proposte originarie: «Abbiamo preso il meglio – ha spiegato Bucci – Nessuno aveva tutte le tecnologie e le capacità che servono».

Il progetto è stato consegnato alla Procura della Repubblica, che ha dato il via libera ad avviare le demolizioni, anche subito, sulle aree non sottopste a sequestro. «Il 15 dicembre e vedremo le ruspe al lavoro».

Bucci ha in sostanza “costruito” una cordata a dieci imprese, con diverse professionalità coinvolte, avviando una negoziazione che dovrebbe portare al decreto di aggiudicazione il 14 dicembre, seguito poi dal contratto. «Spero – ha detto Bucci – di fare un decreto unico per il 14 dicembre, in cui inserire le aziende che demoliscono e quelle che costruiscono».
Ci saranno dunque due appalti distinti, uno per la demolizione e uno per la ricostruzione.

« Abbiamo vagliato le migliori offerte, di queste abbiamo selezionato i pezzi migliori e ne abbiamo fatto un progetto unico — spiega il commissario straordinario — Abbiamo anche messo assieme le ditte, spingendole a costituire un consorzio Ati».

Dalla demolizione è fuori Autostrade per l’Italia, lo dice lo stesso Bucci. Trapela invece che della cordata farebbero parte Carena (costruzioni), EcoEridania (bonifiche), Fagioli (trasporti eccezionali), Vernazza (sollevamento, gru), Siag e Despe (entrambe specializzate nelle demolizioni con esplosivi), Demolscavi (i nomi li fanno, tra gli altri, Ansa, La Repubblica, Il Secolo XIX).

«Il progetto è solido, è veramente quello che vogliamo, è firmato da tutte le aziende coinvolte, che sono 10 aziende importanti, di cui molte, ne sono orgoglioso, aziende del nostro territorio, ora vedremo cosa dirà la procura», ha aggiunto Bucci entrando a palazzo di giustizia.

Dalla procura arriva l’ok per l’allestimento del cantiere per la demolizione il 15 dicembre nelle zone non coperte da sequestro. «L’intenzione del sindaco commissario è di allestire il cantiere il 15 dicembre nelle zone non coperte da sequestro. È chiaro che lo può fare.

Per il resto si dovrà attendere il parere dei periti», ha detto il procuratore aggiunto Vittorio Ranieri Miniati dopo avere incontrato Bucci. Per quanto riguarda l’incidente probatorio l’udienza del 17 dicembre potrebbe non saltare perché «si tratta di una procedura d’urgenza visto che è un’anticipazione della prova».

Il piano complessivo deve però passare il vaglio dei periti del giudice per le indagini preliminari, dei consulenti della procura e di quelli dei 21 indagati e delle parti offese. E solo dopo questo passaggio i lavori potranno davvero iniziare.

La demolizione di ponte Morandi avverrà attraverso un mix di smontaggio meccanico e uso di esplosivo, ha spiegato il sindaco. «Una porzione, la parte ovest, sarà smantellata attraverso lo smontaggio pezzo per pezzo – ha detto Bucci -, una porzione del lato est sarà invece demolita con l’esplosivo».

Per la demolizione, oltre agli esplosivi, «verranno usate delle enormi gru e la tecnica detta strand jack» ha spiegato Bucci. «La strand jack – continua Bucci – è una tecnica per cui si appoggia sui lati del ponte un macchinario che lo taglia a pezzi e con cautela li fa scendere a terra attaccati a cavi di acciaio». Per la parte est, dove ci sono le case degli sfollati, «metteremo in sicurezza la pila dieci e 11 usando una particolare tecnologia per tenerle ferme. In questo modo potremo procedere con le evacuazioni e altri ingressi degli sfollati, e togliere materiale pericoloso come tubi di amianto, stando sotto il ponte senza più problemi di sicurezza».