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Crollo ponte Morandi, Gdf sequestra documenti a Ministero, provveditorato e Spea

Plastico trasportato stamattina in Regione Liguria. Di Maio intanto attacca: “Fuori i prenditori dello Stato”. E Toninelli conferma: “Autostrade i soldi li mette, ma lo ricostruiamo noi il ponte”.

La Guardia di finanza sta eseguendo un decreto di sequestro emesso dalla procura di Genova che riguarda tutta la documentazione relativa al ponte Morandi. Le Fiamme gialle sono nelle sedi del Ministero delle Infrastrutture e nel suo ufficio ispettivo territoriale di Genova, nella sede del Provveditorato delle opere pubbliche di Liguria, Piemonte e Val d’Aosta, e della Spea Engineering spa. I sequestri stanno avvenendo a Roma, Milano, Firenze e Genova.

“Una bolla d’aria all’interno di uno degli stralli”

Mentre la procura ancora non ha emesso alcun avviso di garanzia si cominciano a delineare le prime indiscrezioni relative al crollo del ponte che secondo una ricostruzione dei consulenti della procura sarebbe stato causato da una bolla d’aria all’interno del tirante di calcestruzzo che avrebbe corroso e arrugginito i cavi di acciaio all’interno dello strallo.

Il difetto sarebbe sorto durante la fase di “iniezione” del cemento che ingloba i trefoli, (i cavi in acciaio). Le indagini dei magistrati si sono sin da subito orientate sul cedimento degli stralli, i tiranti di calcestruzzo.

Inoltre, secondo le prime ricostruzioni, il lato che ha ceduto per primo è stato quello a sud. E già negli anni ’80, lo stesso ingegnere Riccardo Morandi, in uno studio commissionato da Autostrade, aveva sottolineato corrosioni più sul lato mare che su quello monte. Una degrado, scriveva Morandi, “più rapida di quello che ci si potesse aspettare”.

Toti: Autostrade apre il cantiere e paga il conto

Sul versante ricostruzione la posizione del governatore della regione Liguria Giovanni Toti è chiara “Per un volta possiamo farla semplice: Autostrade apre il cantiere e paga il conto. Fincantieri costruisce il ponte (se serve con altre primarie imprese necessarie per il loro know-how).

Renzo Piano regala a Genova il disegno di un ponte bellissimo. Così, senza polemiche, la città può riavere in fretta un’opera indispensabile, sicura e meravigliosa. Così si onora davvero chi ha perso la vita”.

In un’intervista pubblicata oggi sul Corriere della Sera Toti ha affermato che per risanare le infrastrutture obsolete occorre “dirottare tutte le risorse possibili in un gigantesco piano di investimenti e cantiere. Anche a costo di sacrificare provvedimenti bandiera forse più popolari come reddito di cittadinanza e flat tax”.

Toti spiega che il progetto per la demolizione dei tronconi del ponte Morandi sarà pronto venerdì. Quanto alla ricostruzione, al ministro dei Trasporti, che ieri è tornato a chiamare in causa Cdp e Fincantieri replica: “Per parafrasare un’espressione famosa mi verrebbe da dire: Toninelli stai sereno. Ora gli svelo un segreto: senza bisogno di tanta propaganda stiamo già lavorando, con il buonsenso, per fare in modo che il ponte venga ricostruito con la collaborazione di Fincantieri.

E questo ancor prima che lui cominciasse a pensarlo”.

L’ipotesi di nazionalizzare? “Da politico – risponde – il mio giudizio è contrario. Da governatore prenderò atto delle leggi che il Parlamento approverà. Però c’è una cosa che vorrei chiedere al governo”: “Tenere presente le esigenze di Genova”, “il cantiere del nuovo ponte deve partire il prima possibile e mi pare evidente che per iniziare non possiamo aspettare che cambi la normativa sulle concessioni e sulle nazionalizzazioni”.