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Confindustria: “Il Pil frena, possibile manovra correttiva da 9 miliardi

Secondo viale dell’Astronomia, l’economia crescerà quest’anno dell’1,3% rispetto all’1,5% indicato a fine 2017. “Sulle scelte del governo giudicheranno i mercati, Italia rischio per la zona euro”. Contratti a termine, Boccia: “Non renderli più cari”.

Monito di Confindustria sulla crescita economica italiana: il Pil rischia di rallentare più delle previsioni ed è “plausibile” una richiesta di manovra correttiva ai conti da 9 miliardi di euro.

Il Centro studi di viale dell’Astronomia prevede un rallentamento dell’economia italiana nel 2018-2019 “anticipato e più ampio” rispetto alle stime di dicembre 2017. Il Pil è previsto “quest’anno all’1,3% (la stima precedente era +1,5%) e decelera ulteriormente all’1,1% nel 2019 (dal +1,2%).

L’occupazione “crescerà ad un ritmo sotto l’1% sia nel 2018 sia nel 2019”. Ed il CsC avverte: lo scorso anno e nei primi 5 mesi del 2018 “il lavoro a tempo indeterminato ha smesso di crescere mentre quello a termine ha registrato una impennata”. Peggiorano anche le altre stime: il debito al 131,6% del Pil nel 2018 e al 130,7% il prossimo anno (1,1 punti di calo in meno) e il deficit a 1,9% quest’anno e 1,4% il prossimo.

Per gli economisti degli imprenditori “è plausibile la richiesta di una manovra correttiva in corso d’anno”. Nello scenario di previsioni di giugno del Centro studi “la correzione richiesta quest’anno sarebbe di 0,5 punti di Pil, pari a 9 miliardi”. Nel 2019 “la correzione dovrebbe essere di 0,6 punti, quasi 11 miliardi, poco meno di quanto entrerebbe dall’attivazione della clausola d salvaguardia”.

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“La dinamica meno favorevole del Pil si ripercuote sui conti pubblici” avverte ancora il rapporto. “Ora molto dipenderà dalle scelte di politica economica che adotterà il Governo riguardo la clausola di salvaguardia, l’attuazione di misure espansive indicate nella risoluzione al Def e nel Contratto di Governo e l’intenzione di rispettare i vincoli di bilancio”.

Secondo gli economisti, “non è chiaro” come queste cose “potranno essere conciliate” e “su questo terreno verremo giudicati dagli operatori finanziari che acquistano il nostro debito pubblico”. Non a caso, l’aumento degli spread in Italia rispetto ai titoli tedeschi si è ripercosso anche negli altri Paesi del sud Europa: “E’ evidente come l’Italia rappresenti un rischio per l’intera area euro”, indica il rapporto di giugno.

In considerazione della minor crescita nel mirino, in sostanza, resta “poco spazio di manovra sui conti pubblici”, avverte il capoeconomista di Confindustria, Andrea Montanino. Non c’è “una indicazione esplicita” sulla scelta da fare rispetto all’eventuale aumento dell’Iva per le clausole di salvaguardia, ma c’è un avvertimento chiaro: “Non si può più fare come in passato: probabilmente non aumentare l’Iva e finanziare tutto a deficit sarebbe un errore. Aumentare l’Iva e basta avrebbe effetti recessivi importanti.

Aumentare l’Iva per finanziare investimenti pubblici addizionali potrebbe invece avere effetti positivi”. Il rapporto ricorda che “è stata chiesta ed ottenuta molta flessibilità dall’Europa, quasi 30 miliardi, e le clausole di salvaguardia sono state disinnescate per tre quarti in deficit, il debito pubblico non è calato”.

Di provvedimenti in rampa di lancio, come la stretta sui contratti a tempo determinato, parla invece il presidente Vincenzo Boccia: aumentare il costo dei contratti a termine, dice, “è un errore perché l’occupazione non si genera irrigidendo le regole. Sono solo elementi formali che non porteranno alcuna positività, compresa anche l’idea sulle causali. E bella la forma ma la sostanza non la vediamo”. E sullo stop ai vitalizi per i parlamentari dice: “Non penso che libererà molte risorse ma è un messaggio importante”.

Boccia chiede poi che “si apra un confronto serrato quanto prima: abbiamo letto purtroppo delle causali, delle norme per fermare le delocalizzazioni selvagge senza un confronto per capire e poi decidere. Bisogna imparare a confrontarsi. Poi la decisione resta della politica, ma serve ascoltare per capire e se neanche ascolti la sintesi dei corpi intermedi e vuoi fare la democrazia diretta, non ho capito la mattina chi ascolti”.

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