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Bus in scarpata, chiesti 10 anni per i vertici di Autostrade

Si ringrazia lo Staff di Sicurauto.it per l’immagine pubblicata

Nella strage il 28 luglio del 2013 persero la vita 40 persone, precipitate dal viadotto “Acqualonga”.

Dieci anni di reclusione per omicidio colposo plurimo e disastro colposo: questa la condanna richiesta dal Procuratore capo di Avellino, Rosario Cantelmo, per Giovanni Castellucci, attuale amministratore delegato di Autostrade per l’Italia e altri undici dirigenti e dipendenti della società, imputati nel processo per la strage del bus in cui il 28 luglio del 2013 persero la vita 40 persone, precipitate dal viadotto “Acqualonga” dell’ autostrada A16 Napoli-Canosa.

Il perno di tutta la tesi accusatoria si fonda sull’insufficienza a reggere l’urto del pullman precipitato dal viadotto Acqualonga dei sistemi di ancoraggio. Su cosa si sarebbe potuto fare e non si è fatto per evitare che quella barriera cedesse e precipitasse assieme al bus da 30 metri di altezza.

Tirafondi corrosi da una soluzione salina che si deposita in una sorta di sacca che si forma attorno al perno conficcato nel ponte.

Nella prima fase della requisitoria, il PM Cecilia Annecchini aveva chiesto la condanna a 12 anni di reclusione per il principale imputato, Gennaro Lametta, titolare dell’agenzia che noleggiò il bus precipitato; 9 anni per Antonietta Ceriola, la funzionaria della Motorizzazione civile di Napoli che falsificò la revisione del bus, e 6 anni e 6 mesi per Vittorio Saulino, l’ingegnere della Motorizzazione Civile che nei giorni immediatamente successivi all’incidente avrebbe “aggiustato” la documentazione falsa della revisione.

Autostrade: richieste PM sconcertanti “Le richieste di condanna appaiono a dir poco sconcertanti, perché non fondate su alcun dato scientifico oggettivo ed in contrasto con quanto emerso in dibattimento”, commenta l’avvocato difensore di Autostrade per l’Italia Giorgio Perroni.

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