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Buche Roma, sì a impiego esercito ma solo in casi di emergenza

Nel nuovo documento inserito nel maxi emendamento alla manovra scompare la parola «buche» e viene aggiunto il carattere emergenziale della misura.

Sì all’esercito per riparare le strade della Capitale, ma solo in casi di emergenza.

Lo prevede l’emendamento alla manovra che il M5S ha ripresentato in commissione bilancio del Senato dopo che mercoledì 18 dicembre la prima versione era stata dichiarata inammissibile.

Dopo le polemiche tra Comune di Roma e ministero della Difesa sull’impiego dei soldati del Genio militare per riparare le buche stradali – la sindaca Raggi aveva accolto l’emendamento come «una grande vittoria», mentre la ministra Elisabetta Trenta aveva gelato il Campidoglio dicendo che «no, noi non tapperemo le buche della Capitale» -, il testo del documento è stato rivisto e corretto rispetto alla prima stesura e, su input della Difesa, nell’ultima versione inserita nel maxi emendamento alla manovra è scomparsa la parola «buche» ed è stata aggiunta l’«emergenza» come passaggio chiave per attivare i militari.

Questo il nuovo primo capoverso del documento: «È assegnata a Roma Capitale una dotazione finanziaria pari a 40 milioni di euro per l’anno 2019 e a 20 milioni di euro per l’anno 2020 per interventi di ripristino straordinario della piattaforma stradale della grande viabilità da eseguirsi anche, nei casi emergenziali, con il Ministero della Difesa».

Restano dunque i finanziamenti, ma il Comune di Roma dovrà provvedere ai lavori sulle strade della città attraverso appalti pubblici. I militari potranno invece essere coinvolti previa dichiarazione di stato d’emergenza da parte di un’autorità di governo.

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