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“Finalmente, dopo 4 mesi e 1 settimana di silenzio, cosa abbastanza clamorosa se non imbarazzante, al ministro dirò una cosa molto semplice: che noi abbiamo opere che riteniamo strategiche, e che non mi paiono peraltro faraoniche, che completerebbero la dotazione infrastrutturale della quale l”Emilia-Romagna ha bisogno se vuole continuare a essere una Regione che compete con i territori più avanzati d”Europa e del mondo”.
Così il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, a margine della conferenza stampa sulla riapertura del Teatro Galli di Rimini, risponde a chi gli chiede un commento sulle dichiarazioni del ministro delle Infrastrutture, stamani a Bologna in occasione del Saie, e in particolare sul tema del Passante di Bologna, al centro dell”incontro che si svolgerà il 24 ottobre tra ministro e governatore.
“Peraltro – prosegue il presidente dell”Emilia-Romagna – non è un vezzo di Bonaccini e della sua Giunta: c”è un Patto per il lavoro firmato, e lo ricorderò al ministro, nel luglio del 2015 da tutte le parti sociali di questa Regione, nessuno escluso, che indicava quelle opere, tra cui l”ampliamento del Passante di Bologna, come necessarie e indispensabili per non dare un colpo troppo duro all”economia, alle imprese e al turismo del territorio”.
“Ricorderò e dirò al ministro – sottolinea ancora Bonaccini – che per la particolare posizione geografica in cui si trova questa regione, e Bologna in primis, fermare l”Emilia-Romagna significa anche fermare una parte della crescita e delle opportunità di questo Paese perché, essendo noi gli unici collocati orizzontalmente nello stivale, se vuoi andare da nord a sud o da est a ovest e viceversa, da qui ci devi passare”.
Quindi, precisa Bonaccini, “io mi auguro, e lavoreremo e faremo in modo che” quello del 24 ottobre “sia un incontro costruttivo, nel quale peraltro si riconosca anche il rispetto delle istituzioni nei territori”.