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Benissimo le vendite di auto in Europa a luglio e agosto

In otto mesi aumento del 5,9%. Bene anche le vendite di autocarri in Italia.

Nello scorso luglio in Europa le immatricolazioni di auto sono arrivate ad un milione e 313.857 unità, con un incremento del 10,1% rispetto a luglio 2017. Anche agosto conferma la tendenza positiva del mercato con un milione e 171.760 immatricolazioni complessive, il 29,8% in più rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.

Nel periodo gennaio-agosto 2018, i volumi immatricolati raggiungono cosi la cifra di 11.181.738 unità, con una variazione positiva del 5,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Lo dice Anfia (che raccoglie i costruttori d’auto italiani), sulla base delle ultime rilevazioni diffuse. “Sia a luglio sia ad agosto, il mercato mantiene una buona performance, grazie ad un andamento positivo in tutti i maggiori Paesi”, ha commentato Gianmarco Giorda, direttore dell’Associazione.

Guardando al dettaglio dei singoli mercato, a luglio, hanno registrato i maggiori rialzi Spagna (+19,3%), Francia (+18,9%) e Germania (+12,3%), seguiti da Italia (+4,7%) e Regno Unito (+1,2%) con risultati più modesti. Ad agosto, tutti i major market – ad eccezione dell’Italia (+9,5%) – registrano un rialzo a doppia cifra: +48,7% per la Spagna, +40% per la Francia, +24,7% per la Germania e +23,1% per il Regno Unito.

La causa di questa forte balzo in avanti delle vendite in agosto sta, secondo Anfia, nell’introduzione del nuovo test “Worldwide Harmonised Light Vehicle Test Procedure” (WLTP) che si applica a tutte le nuove auto immatricolate a partire dal 1° settembre 2018. Alcuni produttori di auto hanno infatti offerto veicoli pre-WLTP a prezzi vantaggiosi.

Unrae, l’associazione delle case automobilistiche estere, guarda poi all’andamento da gennaio ad oggi spiegando che alla crescita delle vendite di auto in Europa nei primi otto mesi dell’anno hanno contribuito 3 dei 5 mercati maggiori, Germania +6,4%, Francia +8,9% e Spagna +14,6%, mentre l’Italia è in linea con lo scorso anno (-0,1%) e persistono le difficoltà del Regno Unito (-4,2%). Secondo le case estere il mercato italiano “mantiene un grado di incertezza”.

E in vista della prossima Legge di Stabilità, Unrae raccomanda “di stimolare la sostituzione del vecchio parco circolante, ridurre la pressione fiscale per gli automobilisti, investire sulle infrastrutture e le smart road attraverso lo sviluppo di stazioni di ricarica standard e rapida, sia pubbliche sia private e condominiali, armonizzare gli interventi regolatori della mobilità con l’istituzione di una Cabina di regia nazionale”.

Il mercato degli autocarri in Italia

Ad agosto 2018, sono stati rilasciati 1.510 libretti di circolazione di nuovi autocarri (+8,2% rispetto ad agosto 2017) e 786 libretti di circolazione di nuovi rimorchi e semirimorchi pesanti, ovvero con ptt superiore a 3.500 kg (-12,8%), suddivisi in 86 rimorchi (-6,5%) e 700 semirimorchi (-13,5%).

Lo dice sempre Anfia che aggiunge come sia per gli autocarri che per i veicoli trainati si conferma, comunque, un andamento positivo nei primi otto mesi del 2018, con un incremento a doppia cifra per gli autocarri: 17.680 libretti di circolazione, l’11,8% in più del periodo gennaio-agosto 2017, e 11.237 libretti di circolazione di nuovi rimorchi e semirimorchi pesanti (+2,9% rispetto a gennaio-agosto 2017), così ripartiti: 1.029 rimorchi (-2,8%) e 10.208 semirimorchi (+3,5%). In ogni caso “i volumi di vendita sono ancora inferiori ai livelli pre-crisi: la media annuale è passata da 16.500 unità nel periodo 2000-2008 a 9.800 unità nel periodo 2009-2017”.

Dall’indagine Anfia, nel suo consueto rapporto di analisi a livello globale emerge che dal 2007 al 2017 la domanda mondiale di autoveicoli è aumentata del 35%, (passando da 72 milioni di unità a 97 milioni). Ciò che è cambiato però non è tanto il volume complessivo ma la distribuzione geografica del mercato.

“I paesi industrializzati e motorizzati storicamente aree di produzione (UE15, USA/Canada e Giappone), hanno visto ridurre il peso dei loro mercati di 14 punti, passando da una quota del 57% al 43%, mentre i paesi BRIC (Brasile, Russia, India e Cina), la cui domanda è cresciuta del 129% rispetto al 2007, hanno raggiunto il 38% delle vendite mondiali (era il 23% nel 2007), pari a 15 punti in più”.

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