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Autostrade, al consiglio di Atlantia primo dossier sul crollo del ponte Morandi

Nella foto ANSA, Fabio Cerchiai (a sinistra) e l’amministratore delegato, Giovanni Castellucci, durante la conferenza stampa a Genova lo scorso 18 agosto dopo il crollo del ponte Morandi.

La tragedia di Genova approda al consiglio di amministrazione di Autostrade per l’Italia, che si è riunito a Roma per la prima volta a sette giorni dal crollo del ponte Morandi e alla vigilia di quello di Atlantia, holding quotata e controllata al 30% dalla famiglia Benetton.

Per la prima volta, i nove consiglieri si guarderanno negli occhi dopo il disastro e i 43 morti. E si comincerà a ragionare sulle possibili cause del crollo e a fronteggiarne le conseguenze, a cominciare dall’avvio della revoca della concessione formalizzato con una lettera di contestazione del ministero dei Trasporti consegnata ieri «brevi manu» al gruppo, alla possibile class action dei soci americani all’inchiesta penale aperta dalla procura di Genova finora senza notizia di indagati ma per ipotesi di reato gravissime come disastro colposo, omicidio plurimo e attentato colposo alla sicurezza dei trasporti.

Oggi arriveranno con ogni probabilità le dimissioni dal consiglio di Antonio Turicchi, dirigente del Tesoro a capo della direzione privatizzazioni, per ragioni di opportunità. Non sono invece per ora sul tavolo quelle dell’amministratore delegato, Giovanni Castellucci, per quanto descritto come «provato» dagli eventi. Potrebbe essere vista come ammissione di responsabilità, senza contare le possibili polemiche in caso di buonuscita, stimata in 5 milioni di euro sulla base della relazione sulla remunerazione.

Il board presieduto da Fabio Cerchiai — nel quale siedono anche il cinese Hongcheng Li e l’austriaco Christoph Holzer in rappresentanza dei soci di minoranza Silk Road Fund e Allianz — comincerà con il fare il punto sulla gestione della crisi. Non a caso la nota congiunta di ieri di Autostrade e Atlantia sui consigli definiva il «gruppo intero costantemente e profondamente vicino al dolore di chi è stato colpito dalla tragedia» e sottolineava che «è in corso una costante collaborazione con le istituzioni locali per affrontare i disagi causati dal crollo, attraverso la messa in opera delle iniziative già intraprese», cioè i 500 milioni di euro per vittime e sfollati.

Ai consiglieri sarà messa a disposizione una prima relazione interna, firmata anche dal direttore del Tronco di Genova, Stefano Marigliani, con tutta la documentazione raccolta sul viadotto del Polcevera. Ma per una ricostruzione più approfondita — spiegano fonti della società — servirà che i magistrati concedano l’accesso al luogo del disastro agli esperti, anche esterni, del gruppo. Nel fronte Atlantia sono state apprezzate le parole del procuratore Francesco Cozzi, che ha parlato di «errore umano» e di possibili «concause». Ma bisognerà vedere quali. Un conto è il difetto costruttivo, un altro la mancata manutenzione, un altro ancora un cedimento del terreno sotto il ponte, sebbene il PM la ritenga un’ipotesi «abbastanza improbabile». Intanto si schierano i dirigenti del gruppo sull’ipotesi nazionalizzazione: «In 18 anni di privatizzazione, la rete è migliorata, è diventata più sicura grazie agli investimenti dell’azienda. Vogliamo continuare a lavorare».