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Ance: “Gli investimenti in opere pubbliche sono calati di oltre il 50% in 10 anni”

“Infrastrutture fatiscenti, scuole cadenti, manutenzioni insufficienti, città in declino, periferie abbandonate”. A dichiararlo è il presidente dell’Ance, Gabriele Buia, in occasione dell’assemblea annuale dell’associazione dei costruttori, riferendosi alle infrastrutture del nostro Paese. Le motivazioni secondo Buia sono da ricercarsi nella crisi del settore, duramente colpito dopo la flessione economica degli ultimi anni.

“Viviamo in un paese fragile, che cade a pezzi” Dal 2008 infatti sono ormai oltre 120 mila le imprese espulse dal mercato e 600.000 il calo diretto degli occupati (-30% in dieci anni, -2,7% nel primo semestre 2018).

“Gli investimenti in opere pubbliche sono calati di oltre il 50% in 10 anni, determinando un deficit infrastrutturale di 84 miliardi di euro” ha continuato il presidente dell’Ance. Il 2018 non è stato da meno: erano infatti previsti 850 milioni di investimenti, ma ce ne sono stati 750 milioni di meno. “L’Italia ha urgentemente bisogno di una visione a lungo termine per le infrastrutture. In alcuni casi – ricorda – ci sono voluti oltre due decenni solo per ottenere i permessi per l’avvio dei lavori” sottolinea Pietro Salini, Ceo di Salini Impregilo.

Tante le proposte per il rinnovamento e l’aumento dei finanziamenti: da una task force per sbloccare le infrastrutture allo stop del potere regolatorio dell’Anac fino alla riforma del Codice degli appalti, sulla quale il vicepremier e Ministro dell’Interno Matteo Salvini dichiara: “Entro novembre smonteremo questo famigerato codice degli appalti e lo riscriveremo insieme a chi lavora”. Dichiarazione confermata dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli.

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