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A24-A25, Ministero: “Strada Parchi limiti traffico”

Arriva la relazione del ministero dei Trasporti sui viadotti dell’A24 e A25. “Il decadimento manutentivo riscontrato, associato all’incremento dei carichi di esercizio rispetto all’epoca di costruzione, è tale da non poter dimostrare il raggiungimento di adeguato standard di sicurezza con il regolare transito della circolazione”.

E’ quanto emerge dagli esiti dei sopralluoghi eseguiti su 87 viadotti sui 339 presenti nelle autostrade A24 e A25, illustrati nel rapporto informativo dall’Ufficio ispettivo territoriale (Uit) di Roma del Mit, al termine della verifica straordinaria sulle condizioni strutturali effettuata a inizio ottobre. Documento inviato per conoscenza alle Prefetture dell’Aquila, Teramo, Pescara e Chieti.

“In particolare – si legge nel testo della relazione – le verifiche di sicurezza strutturali eseguite, sia sulle pile che sui viadotti, hanno restituito risultati molto esigui in termini di coefficiente di sicurezza”. Pertanto l’Uit, “ferma restando l’esclusiva responsabilità della società concessionaria in termini di sicurezza della circolazione ai sensi dell’articolo 14 del Codice della Strada e senza che le seguenti indicazioni possano considerarsi esaustive di eventuali ulteriori interventi che potrebbero essere proposti da Strada dei Parchi, ritiene che la società medesima possa attivarsi per gli adempimenti minimali”, che vengono indicati e già notificati alla società con un verbale del 12 ottobre scorso.

La concessionaria, secondo l’Uit, deve tra l’altro individuare “le condizioni di traffico che si possono esercitare sulle opere, in condizioni di sicurezza”. E “particolare attenzione dovrà essere posta nella regolamentazione del transito dei veicoli pesanti che, come dimostrano nelle verifiche di sicurezza, inducono sollecitazioni critiche specialmente agli impalcati e alle solette”.

PROVE DI CARICO – Inoltre la società dovrà, secondo l’Uit, effettuare “prove di carico su scala reale (almeno su un viadotto di quelli ispezionati) al fine di accertare lo stato tensionale indotto nelle strutture esistenti dai carichi di esercizio, confrontando tali risultati con lo stato tensionale riportato nelle verifiche di sicurezza”.

DEFORMAZIONI – Altro intervento è il monitoraggio delle “deformazioni degli impalcati sotto l’azione dei carichi di esercizio , definendo le soglie di allerta che precludono allo stato limite di esercizio dell’infrastruttura”. E ancora, la società dovrà condividere con gli enti territoriali competenti (Prefetture, Polizia stradale, Protezione Civile, Anas, Comuni) uno specifico ‘piano di gestione emergenze’ da attivare nel caso di superamento delle soglie di allerta. Deve essere effettuato, inoltre, un “monitoraggio sismico consistente”.