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Truck platooning autostradale, la Germania ci crede

Il cosiddetto platooning ha una certa rilevanza nelle discussioni su innovazione, e sostenibilità, del trasporto terrestre. Praticamente, consiste nel viaggiare in convoglio con l’ausilio di sistemi di assistenza e controllo che “mettono in rete” i partecipanti al convoglio stesso. Il camion di testa definisce la velocità e la direzione, gli altri camion procedono a distanza estremamente ravvicinata (15 metri, ma anche meno, rispetto agli usuali 60-70) e con guida semiautomatizzata.

Nessun problema in caso di frenate improvvise del capofila: i tempi di reazione degli altri veicoli sono dettati dall’elettronica, non dal corpo umano. Notevoli i benefici, che vanno dal risparmio di carburante (grazie all’effetto-scia di cui si avvantaggiano i camion successivi al primo) alla security (un convoglio è assai meno esposto a furti e rapine rispetto a un veicolo isolato: tema tragicamente attuale, purtroppo).

Il platooning potrà svilupparsi su vasta scala e divenire una comune tecnica di trasporto? Presto per dirlo, ma, se di risposta affermativa si tratta, sarà probabilmente Ja anziché Yes o Oui. Parecchi indizi, infatti, indicano nella Germania la reale patria della moderna guida in carovana.

Il ministro dei trasporti tedesco Alexander Dobrint, durante una recente riunione dell’associazione nazionale degli spedizionieri DSLV, ha avuto parole molto chiare: “Siamo vicini al momento in cui daremo il via effettivo alla marcia su strada dei cosiddetti convogli platooning, uno dei più efficaci modi di far marciare i camion e le merci in autostrada, e lo faremo dando il via libera a una legge innovativa che prenderà in considerazione tutte le problematiche di traffico, sicurezza, copertura assicurativa” (fonte: pubblicazione “Trans aktuell” ripresa dall’ultimo numero della rivista italiana “TIR”). E l’autostrada A9, nel tratto compreso tra Monaco di Baviera e Norimberga, sarà oggetto, già nel 2018, di sperimentazioni molto avanzate di truck platooning.

Peraltro il quadro – come sempre quando si parla di innovazione – è in tumultuosa evoluzione. Di certo, si tratta di una frontiera che metterà seriamente alla prova gli ingegneri: oltre che per la comunicazione vehicle-to vehicle, pure per il necessario dialogo infrastruttura-veicolo. Ma anche il legislatore e i giuristi saranno chiamati in causa: il Codice della Strada andrà profondamente rivisto. Secondo Joachim Drees, top manager della MAN Truck & Bus coinvolta nella sperimentazione sulla A9, “se il progetto potrà essere sviluppato su vasta scala, dipende in larga misura dal quadro legale”.

Nel complesso, il nascente dibattito sul platooning ospita anche opinioni improntate a un certo scetticismo, che invitano a non prendere una tecnica di circolazione dei mezzi, pur valida e pregevole, come una panacea. Lunghi convogli, infatti, richiedono grandi quantità di merce da trasportare, tendenzialmente con un’unica committenza e un’unica destinazione; mentre la frammentazione del territorio e l’esplosione dei problemi distributivi delineano, soprattutto in Italia, un quadro ben diverso. Al solito, il problema “trasportistico” si rivela essere solo una parte del più vasto problema “logistico”.