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Pur con risorse disponibili le infrastrutture siciliane sono ferme

Ance Sicilia ha effettuato un monitoraggio sulla situazione che sta bloccando alcune infrastrutture viarie strategiche per la regione e capire perchè ì progetti e relativi lavori sono così rallentati

Ci sono risorse per quasi un miliardo già disponibili per alcune infrastrutture importanti della Regione come il collegamento autostradale Catania-Ragusa o il collegamento tra Trapani e Mazara del Vallo. L’Ance Sicilia, l’associazione dei costruttori di cui è presidente Santo Cutrone, ha presentato un ampio dossier evidenziando tutte le criticità e i motivi che hanno portato al rallentamento. Trattandosi di opere pubbliche i piani paesaggistici non hanno responsabilità ma i problemi ci sono.

Nel settore delle costruzioni, che dal 2007 a oggi ha perso oltre centomila posti di lavoro: «Nel 2016 il comparto siciliano delle infrastrutture ha ricevuto 1.140 gare in meno per una perdita di 1 miliardo e 140 milioni di euro rispetto al 2007» spiega Cutrone, che nelle scorse settimane ha chiesto l’intervento anche al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Una decisione presa dall’Ance Sicilia al termine di una riunione in cui ha «ha sottolineato il comportamento della classe politica e della burocrazia regionali nemici dello sviluppo dell’Isola».

L’opera più importante è l’autostrada Ragusa-Catania sia per il valore 815 milioni che per l’importanza strategia: l’ultimo aggiornamento della scheda risale al 6 aprile, giorno in cui è stato dato avviso di avvio del procedimento di approvazione del progetto definitivo con procedura di verifica di ottemperanza e dichiarazione di pubblica utilità.

Anche il collegamento Trapani-Mazara del Vallo che del valore di 134 milioni. In questo caso manca la firma da parte di regione siciliana, Anas e ministeri competenti dell’Apq rafforzato strade che è stato annunciato a novembre dell’anno scorso e trasmesso dalla regione alle parti. Altra opera è un lotto della cosiddetta Nord-Sud che dovrebbe collegare Santo Stefano di Camastra in provincia di Messina a Gela, vale 96 milioni. In questo caso manca la copertura finanziaria da parte della regione e mancano anche le firme all’Apq.

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