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Pedalare misurando la qualità dell’aria

La bicicletta serve, su questo non possono esserci dubbi, a minimizzare l’inquinamento atmosferico. Un problema realmente drammatico, una specie di mostro con (almeno) due teste. Da un lato la cosiddetta “emergenza polveri sottili”, imputabili all’assetto modale della mobilità cittadina, influenzate in misura decisiva da condizioni meteoclimatiche avverse (perché ne favoriscono l’accumulo e il ristagno all’interno di quell’“isola di calore” che, inevitabilmente, si forma in corrispondenza delle aree urbane).

Dall’altro, la stringente esigenza di ridurre le emissioni di CO2, i cui trend mettono in stato d’accusa proprio il settore dei trasporti, soprattutto stradali (è stato calcolato a livello europeo che, dal 1990 ad oggi, le emissioni di anidride carbonica derivanti dai trasporti sono aumentate del 30%, mentre quelle dovute agli altri comparti – riscaldamento, attività produttive – hanno fatto riscontrare apprezzabili riduzioni, tra il 10% e il 20%).

La bici, dunque, serve a minimizzare l’inquinamento. Potrebbe servire anche a monitorarlo? All’Istituto di biometeorologia – Ibimet del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) si sono posti la domanda, e hanno dato risposta affermativa.

La bicicletta, in effetti, consente il monitoraggio in zone della città usualmente non coperte da stazioni fisse, come parchi e centri storici, offrendo un quadro esaustivo della qualità dell’aria. è stato così sviluppato ‘SensorWeBike’, un sistema mobile per velocipedi che, attraverso un modem, e tecnologie open source, è in grado di trasmettere a un server informazioni geolocalizzate su qualità dell’aria e condizioni meteorologiche.

“La SensorWeBike è stata realizzata con l’intento di creare una rete di monitoraggio partecipativo”, spiega Alessandro Zaldei dell’Ibimet; “i ciclisti, montando sulle loro biciclette la ‘sensor’s box’, si trasformano in ‘sensori mobili’ in grado di misurare i parametri ambientali”.

La cara vecchia bicicletta, insomma, può diventare – se opportunamente equipaggiata – uno strumento davvero polivalente dal punto di vista ambientale: contribuisce, al tempo stesso, alla riduzione dell’inquinamento e alla sua misurazione.