556 ore, 23 giorni l’anno, 10 ore e 40 minuti dal lunedì al venerdì, 128 minuti ogni giorno.
È questo il tempo che ogni italiano passa mediamente nel traffico. Per andare al lavoro, per andare a scuola, al supermercato, per gli spostamenti quotidiani. Lo dimostra uno studio congiunto fra Ipsos e Boston consulting group, realizzato per la prima edizione dell’Osservatorio europeo della Mobilità.
Una media molto più alta (un’ora e 5 minuti in più a settimana del resto d’Europa, dove siamo secondi solo alla Grecia). Lo studio è stato fatto su diecimila cittadini europei presi a campione equamente fra i dieci paesi più rappresentativi del continente, fra i quali figurano anche Francia, Germania, Portogallo e Belgio.
Oltre al maggior tempo impiegato dai cittadini italiani, viene segnalata anche una percentuale maggiore nell’utilizzo dei mezzi privati (il 69% contro il 61% della media europea per recarsi al lavoro, l’86% contro il 76% per fare la spesa, il 64% a differenza del 56% per accompagnare i figli nelle proprie attività): il motivo è la sfiducia nei confronti dei mezzi pubblici (sono troppo lenti, non passano mai, sono lontani dal luogo di lavoro o da casa).
Ragionando per percentuali viene fuori un dato però interessante rispetto a quanto detto finora: il 53% degli italiani si ritiene soddisfatto della propria rete infrastrutturale contro il 67% della media europea. Gli italiani a conti fatti si rivelano molto più fiduciosi verso la tecnologia e il progresso, tanto che pensano che il futuro si rivelerà molto più efficiente in campo trasportistico, avremo mezzi molto più veloci, non inquinanti, le auto saranno elettriche e/o si guideranno da sole e ci saranno tante app che ci permetteranno di avere una vita molto più facile.
E in fondo non è poi così fantascientifico tutto questo, specialmente se a pensarlo è oltre il 70% degli abitanti dello stivale. Però oggi il 28% degli italiani si sente “un po’ troppo distante da tutto”, il 62% è negativo nei confronti del traffico nell’ora di punta e l’81% pensa che migliorerebbe la propria vita quotidiana se ci fossero maggiori investimenti nella mobilità.