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Mosca rilancia il ponte che unirà Europa e Giappone: Londra-Tokyo in 10 giorni

È uno dei grandiosi progetti che la Russia sogna da anni e che, in buona parte, giacciono nei cassetti dei ministeri. Ma adesso sembra che Vladimir Putin e Shinzo Abe vogliano veramente mettere mano all’ambiziosa idea di unire Russia e Giappone con un tunnel o con un ponte, trasformando la ferrovia Transiberiana in un infinito collegamento via terra di oltre dodicimila chilometri che congiungerebbe il Paese del Sol Levante con l’Europa.

Poco più di dieci giorni per percorrere in treno la distanza tra Milano, Parigi o Londra e Tokyo. Un sogno? I tecnici coinvolti nell’idea assicurano che sia fattibile e i politici sembrano convinti. «Stiamo seriamente offrendo ai nostri partner giapponesi di costruire assieme il collegamento stradale e ferroviario», ha detto tre giorni fa il vicepremier Igor Shuvalov, che accompagnava il presidente russo a Vladivostok dove c’è stato un incontro con il primo ministro giapponese.

Ma le incertezze sono tante, legate sia alle difficoltà economiche che a quelle politiche, visto che Russia e Giappone sono ancora divise dalla disputa sulle isole Kurili occupate da Stalin alla fine della Seconda guerra mondiale e mai restituite (non hanno ancora firmato un trattato di pace).

Il piano, almeno in parte, risale addirittura al dittatore sovietico che negli anni Quaranta diede il via libera allo studio per unire l’isola di Sakhalin alla terraferma. Già, perché i tunnel o ponti dovrebbero essere due. «E noi stiamo per iniziare la nostra parte dell’opera», ha aggiunto Shuvalov.

Dunque un traforo sottomarino nello stretto di Nevelskoj, nel punto in cui l’isola si avvicina maggiormente alla costa. A quel punto la Transiberiana proseguirebbe lungo Sakhalin per 600 km. C’è già una vecchia linea giapponese ma, tra l’altro, ha uno scartamento diverso da quello standard russo. Poi, arrivati a capo Crillon, si dovrebbe attraversare il mare per 45 km, fino a capo Soya in Giappone. Di lì la ferrovia si congiungerebbe con la velocissima rete degli Shinkansen che sfrecciano a 300 km orari lungo l’isola di Hokkaido e percorrono il tunnel sottomarino di Seikan per arrivare nella maggiore isola giapponese, sulla quale si trovano Tokyo e le altre grandi città.

Ai giapponesi l’idea interessa soprattutto in vista dello sfruttamento delle risorse di Sakhalin, petrolio e gas in primo luogo. Oltre al collegamento ferroviario, pensano infatti a un gasdotto per far arrivare nelle loro isole il metano russo di cui hanno grande bisogno ora che i progetti nucleari sono stati rivisti drasticamente a seguito dell’incidente del 2011 alla centrale di Fukushima.

I russi continuano a riproporre piani imponenti, in buona parte pensati già nei decenni passati. Oltre all’idea di usare il passaggio a Nord-Est per far raggiungere l’Estremo Oriente alle navi europee (per ora non pratico dal punto di vista commerciale), vorrebbero estendere fino a Seul la Transiberiana che già arriva in Corea del Nord. Ma la situazione politica è tutt’altro che favorevole. Stesso discorso per l’unione tra la Chukotka e l’Alaska, con ponte o tunnel, per raggiungere Canada e Stati Uniti.

L’unico dei grandi progetti di un tempo che si sta realizzando è quello del ponte fra la terraferma russa e la Crimea: procede a tappe forzate da quando l’Ucraina ha interrotto il traffico dopo l’annessione della penisola da parte della Russia. Per fortuna, invece, non sono mai andati in porto i piani del leader sovietico Krusciov che nei primi anni Sessanta voleva irrigare l’Asia Centrale invertendo il corso dei grandi fiumi siberiani (che scorrono verso l’Artico). L’idea dei tecnici era di realizzare il progetto a colpi di bombe atomiche.