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Macchine da cantiere, si consolida la ripresa delle vendite

Il mercato italiano delle macchine per costruzioni nel 2016 cresce e consolida la ripresa, chiudendo una fase di ben dieci trimestri consecutivi in positivo. Nei dodici mesi dell’anno passato sono state vendute 10.984 macchine per costruzioni, con un aumento del 26% rispetto al 2015. In particolare, le macchine movimento terra vendute sono state 10.517 (+25%) e 467 le macchine stradali (+44%). Il comparto, che conta oltre 200 grandi aziende costruttrici, ha un fatturato che supera i 2,7 miliardi di euro e occupa 36mila addetti, indotto compreso.

Il 70% della produzione è esportato: le ultime elaborazioni dell’Osservatorio Samoter-Veronafiere, realizzato assieme a Prometeia e con il contributo di Unacea – elaborazioni che saranno presentate durante la 30esima edizione di Samoter, dal 22 al 25 febbraio nel quartiere fieristico di Verona -, parlano di un export che nei primi dieci mesi del 2016 ha raggiunto 2,07 miliardi di euro di controvalore (+0,7%). Anche sulla scia di un mercato mondiale delle costruzioni che nel 2016 ha stabilizzato il ritmo di espansione attorno al 2% e che per il biennio 2017-18 tornerà a tassi di crescita superiori al 3%, grazie al ruolo trainante dell’India.

Ed è cresciuto, sempre nei primi dieci mesi del 2016, anche l’import, che ha toccato da gennaio ad ottobre 663,9 milioni di euro (+26%). «La situazione è certamente migliorata – dice Paolo Venturi, presidente Unacea, l’associazione di categoria delle aziende di macchine e attrezzature per le costruzioni -, i dati ci dicono che la ripresa del mercato domestico è consolidata, in particolare sui prodotti che fanno maggiori volumi. Mentre per quanto riguarda l’export, ci sono aree del mondo che stanno dando buoni risultati. Anche l’Europa, dopo anni di incertezza, si sta stabilizzando in positivo». Guardando ad altri continenti, fermo restando che le imprese del settore sono altamente globalizzate, il mercato delle macchine per costruzioni può generare volumi interessanti in Nord America, ma anche in India e in Malesia.

Il buon andamento italiano del comparto risente positivamente della ripresa delle costruzioni, soprattutto ristrutturazioni e rinnovamenti, e qualcosa si sta muovendo anche sul fronte delle infrastrutture: lo sblocco del Patto di Stabilità ha fatto sì che siano ripresi lievemente gli investimenti degli enti pubblici. Anche se c’è ancora bisogno dell’intervento del legislatore. Ad esempio, nell’armonizzazione degli obiettivi: «Abbiamo un legislatore che impone di rinnovare il parco macchine – aggiunge Venturi -, ma dall’altra parte non abbiamo agevolazioni in questo senso; abbiamo macchine di ultima generazione per quanto riguarda i consumi e le emissioni, ma non c’è l’obbligo del loro utilizzo.

C’è un assoluto vuoto legislativo per ciò che riguarda la mescolazione del calcestruzzo: da anni siamo impegnati nella promozione della qualità e della sicurezza del calcestruzzo e affinché venga riconosciuta la necessità di produrre il calcestruzzo industrializzato attraverso l’utilizzo del mescolatore negli impianti di produzione. Ma questo non avviene».

Il tema dell’utilizzo delle macchine mescolatrici per il calcestruzzo sarà uno dei punti di discussione durante Samoter (il 23 febbraio), che quest’anno, oltre a proporre al visitatore Asphaltica, il salone della filiera dell’asfalto, si presenta a Verona assieme a Transpotec Logitec, evento biennale che rappresenta il comparto dei veicoli industriali e commerciali di proprietà di Fiera Milano.

Altre problematiche che saranno affrontate a Samoter e promosse da Unacea saranno quella del riciclo e della demolizione selettiva – esistono attrezzature che riciclando materiale in loco possono corrispondere ai dettami dell’Unione europea sull’utilizzo del riciclato – e quella, appunto, dell’assenza di regole per ciò che riguarda le emissioni di particolati: negli ultimi quindici anni l’industria delle macchine per costruzioni ha reso disponibili mezzi che hanno abbattuto di oltre il 95% l’emissione di particolati, ma il loro utilizzo è ancora limitato visto che gli enti locali non hanno ancora istituito provvedimenti di limitazione all’utilizzo delle macchine più obsolete.

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