Più risorse nel bilancio statale per le infrastrutture. Secondo i calcoli dell’Ufficio studi Ance (Associazione nazionale costruttori) grazie alla legge di bilancio 2017 (legge 232/2016, in Gazzetta il 21 dicembre) gli stanziamenti effettivamente impegnabili quest’anno per opere pubbliche saliranno a 16,794 miliardi di euro, il 23,4% in più in valori reali rispetto al 2016.
Un risultato che deriva dalla sostanziale conferma delle risorse “a legislazione vigente” per Anas, ferrovie, edilizia scolastica, dissesto idrogeologico e gli altri capitoli di spesa statali su infrastrutture ed edilizia, e dall’aggiunta del nuovo Fondo investimenti della presidenza del Consiglio (1,9 miliardi nel 2017, 8,5 miliardi nel triennio) e dalle risorse per ricostruzione post-terremoto in centro Italia (7 miliardi di euro complessivi, spalmati negli anni).
Il calcolo dei tecnici Ance, da tempo punto di riferimento per questa lettura “di settore” delle leggi finanziarie, è stato quest’anno particolarmente complesso – spiegano – a seguito della nuova struttura del bilancio statale introdotta dalla legge 163/2016, applicata per la prima volta. Complesso in particolare il confronto con le tabelle degli anni passati.
Come sempre l’Ance non fa un calcolo teorico delle risorse “di competenza” (impegnabili) in bilancio, ma elabora secondo parametri costanti nel tempo una stima di quanto è effettivamente attivabile ogni anno (nuovi contratti) con tali fondi.
Secondo questo calcolo (in esclusiva per Il Sole 24 Ore) la manovra di finanza pubblica appena approvata determinerà un aumento degli stanziamenti per nuove infrastrutture, nel 2017, del 23,4% in termini reali rispetto al 2016 , corrispondente a circa 3,3 miliardi in più rispetto all’anno precedente.
Dall’inizio della crisi economica (nel 2008 18,9 miliardi di euro), i fondi statali per le infrastrutture sono scersi al minimo di 12,2 miliardi nel 2015, circa il 50% in valori reali. Da due anni a questa parte è cominciata la ripresa: +9,2% reale nel 2016 (13,47 miliardi) e appunto +23,4% nel 2017, a 16,794; anche se
«Questo risultato – commenta l’associazione costruttori – consolida la valutazione positiva della manovra di finanza pubblica per il 2017 effettuata dall’Ance al momento del disegno di legge da parte del Governo, per le importanti misure previste a sostegno degli investimenti infrastrutturali e per il rafforzamento degli incentivi fiscali» (recupero edilizio, efficienza energetica, sisma-bonus).
Tre, come si diceva, le spinte. Il nuovo “Fondo Investimenti” della presidenza del Consiglio, da ripartire con uno o più Dpcm (decreti del premier), prevede fondi in competenza per 1,9 miliardi nel 2017, 3,15 nel 2018 e 3,5 nel 2019, e così via fino a includere già in bilancio 47,5 miliardi di euro fino al 2032. Lo stesso bilancio statale stima una spesa reale di 629 milioni nel 2017, 1,9 nel 2018, 3,5 nel 2019.
Per la ricostruzione post-sisma, con stanziamenti trentennali attivabili con mutui, sono in bilancio 7 miliardi di euro, che secondo il modello Ance produrranno 1,3 miliardi di euro all’anno di impegni nei prossimi tre anni (la spesa effettiva sarà secondo il governo di 600 milioni quest’anno, 800 nel 2018, 950 nel 2019).
La terza spinta è l’anticipo di risorse Fsc (fondo coesione) programmabili, 650 milioni in più quest’anno, 800 nel 2017, un miliardo nel 2019. Oltre al fatto, spiega l’Ance, che la quota di risorse Fsc destinata alle infrastrutture è salita con le ultime delibere Cipe dal 45 al 70%.