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Gestire l’emergenza per garantire la sicurezza

Telefoni che squillano incessantemente. Comunicazioni via radio che s’intersecano. Videowall da controllare ininterrottamente per verificare lo stato della circolazione. Interventi urgenti da coordinare con altri soggetti istituzionali (Forze dell’Ordine, Protezione Civile, Croce Rossa, ecc.). E poi la gestione del personale impegnato su strada, l’ottimizzazione del loro impiego.

Tenendo sempre presente la necessità di garantire la sicurezza degli automobilisti e degli operatori stessi. E’ una continua assunzione di responsabilità, insomma, per chi è impegnato nelle Sale Operative dei vari Enti, non appena si deve fronteggiare una qualsiasi emergenza.

Quello appena accennato è un parziale quadro d’insieme che fotografa cosa avviene quando un’organizzazione aziendale, in questo caso l’ANAS, si attiva per assicurare, nello specifico, la viabilità lungo le strade e autostrade ricadenti sotto la sua diretta gestione in una condizione generale che esula dalla normalità.

Presi dalla contingenza dell’evento, i mass-media puntano l’attenzione soprattutto sulle criticità che caratterizzano l’operatività dei molteplici soggetti che intervengono per fronteggiare l’evento. Poco ci si sofferma (spesso), a torto o ragione, sull’impegno profuso dai tanti uomini e delle professionalità in campo: agenti della Polstato, carabinieri, vigili del fuoco, personale dell’ANAS e delle aziende che erogano i servizi.

Persone di cui l’opinione pubblica non vedrà mai una foto, non conoscerà il nome e la qualifica rivestita, che, nelle situazioni di maggiore bisogno, mettono in campo le loro conoscenze, le abilità professionali e quello spiccato senso del dovere che discende dallo svolgere un’attività al servizio della collettività.

Sono tanti “Signor Nessuno” che non si aspettano un “Grazie!”.

La loro soddisfazione massima è “liberare” un tratto di strada ostruito da detriti o dalla neve, portare soccorso a una famiglia in difficoltà, rincuorare e garantire assistenza a chi è incorso in un incidente.

Per quello che può servire però, stavolta, vogliamo essere noi a esprimere gratitudine, dalle nostre colonne, a questo silenzioso ed efficiente esercito che, ancora una volta, ha fatto e continua a fare, fino in fondo, il proprio dovere. E anche qualcosa in più.