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DL mezzogiorno, bozza: sblocco infrastrutture all’ultimo miglio

“Al fine di assicurare il rapido completamento delle infrastrutture presenti nelle Regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia, i comuni capoluogo di provincia, le Province, le Città metropolitane e le Regioni, segnalano al ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno, entro il 31 ottobre 2017, le infrastrutture di competenza dei predetti enti, tra quelle ricomprese nell’elenco-anagrafe di cui all’articolo 44-bis del decreto legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, ritenute di carattere strategico per lo sviluppo infrastrutturale dei territori interessati, il cui grado di avanzamento è pari almeno all’80% dell’intera opera e il cui completamento ha subito dei ritardi per ragioni ascrivibili all’iter autorizzativo o ad eventuali situazioni di sequestro”.

Lo prevede una bozza del nuovo decreto Mezzogiorno, di cui Public Policy ha preso visione e su cui il Governo sta lavorando.

“In base ai dati forniti – si legge nella bozza – il ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno predispone (comma 2, art 9, capo 3; Ndr) un elenco per ciascuna Regione delle opere considerate strategiche il cui completamento riveste particolare rilievo per lo sviluppo del territorio. Gli elenchi di cui al periodo precedente sono approvati con decreto del ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno. Gli interventi volti a garantire il completamento delle opere infrastrutturali contenute negli elenchi di cui al comma 2, nonchè tutti gli interventi funzionali alla rapida realizzazione delle suddette opere, sono dichiarati indifferibili, urgenti e di pubblica utilità”.

“Al fine di accelerare il completamento dell’opera – si legge nella bozza – il commissario potrà convocare” una “Conferenza di servizi, cui partecipano i rappresentanti delle amministrazioni, interessate al procedimento, che siano tenute ad adottare atti d’intesa o di concerto, nonchè a rilasciare pareri, autorizzazioni, concessioni, approvazioni e nulla osta previsti dalle leggi statali e regionali. I termini di durata della conferenza di servizi sono ridotti alla metà”.

“Nel caso in cui il ritardo nel completamento dell’opera sia dovuto a contenzioso giurisdizionale, si applicano ai giudizi in corso, ove compatibili, le norme processuali amministrative di natura acceleratoria. In caso di sequestro preventivo o probatorio dell’opera da realizzare o di una parte necessaria e funzionale al completamento di essa, il commissario, con relazione tecnica motivata sulla qualificazione strategica dell’opera, sull’interesse pubblico generale e sulla permanenza di costi per la collettività a seguito del sequestro disposto, richiede al giudice delle indagini preliminari (Gip) il dissequestro al solo fine di completare l’opera. Il Gip, sentito il pubblico ministero, adotta entro dieci giorni il provvedimento di dissequestro ai fini del presente comma. In caso di diniego, il Gip motiva le ragioni del mancato dissequestro”.

“Per lo svolgimento delle attività indicate nei precedenti commi – si legge nella bozza – il commissario può avvalersi delle amministrazioni centrali e periferiche dello Stato, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica. Le amministrazioni interessate provvedono agli adempimenti di propria competenza previsti con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente. Il commissario può richiedere all’Autorità nazionale anticorruzione (Anac), in relazione alle opere da completare e alla tipologia degli interventi da attivare, le forme di vigilanza collaborativa” previste dal regolamento ad hoc adottato dall’Autorità guidata da Raffaele Cantone nel dicembre 2014.