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Dieci multinazionali del petrolio contro il cambiamento climatico

E’ successo qualche giorno fa a Londra. Dieci tra le maggiori multinazionali del petrolio al mondo si sono incontrate e hanno deciso di investire tanti, tanti dollari per combattere il cambiamento climatico. Per l’Italia c’era l’Eni mentre risalta l’assenza dei colossi americani, ExxonMobil e Chevron. Le dieci multinazionali, Eni, Bp, Cnpc, Pemex, Reliance, Repsol, Saudi Aramco, Shell, Statoil e Total, si sono riunite in un’associazione, Ogci (Oil and gas climate initiative) dotandosi di un amministratore delegato e di un fondo multi miliardario a sostegno di progetti e di imprese attive nel contrasto all’inquinamento. L’iniziativa, oltre agli effetti concreti, ha un enorme significato simbolico.

Già lo scorso anno Ogci aveva annunciato un investimento di un miliardo di dollari spalmati in 10 anni per sviluppare e diffondere tecnologie innovative per ridurre le emissioni di CO2 nell’atmosfera. Quest’anno l’organizzazione ha iniziato a finanziare tre progetti innovativi. “I tre investimenti – ha detto Pratima Rangarajan, ceo di Ogci – hanno la potenzialità di avere un significativo impatto sulla riduzione delle emissioni di gas serra. Non vediamo l’ora di lavorare con questi team innovativi per aiutarli a raggiungere un successo commerciale su scala globale”. La ricetta è quella di aiutare le imprese a sviluppare progetti che aiutino l’ambiente facendoli diventare successi commerciali.

Il primo investimento è destinato a Solidia Technologies, azienda statunitense che produce cemento e calcestruzzo con processi a bassa emissione. La tecnologia innovativa della società americana permette di produrre calcestruzzo riducendo le emissioni del 70% e il consumo di acqua fino all’80%. L’azienda usa la CO2 anziché l’acqua per trattare il calcestruzzo. Compagnie come Solidia “dimostrano come l’anidride carbonica possa essere riutilizzata con successo sia dal punto di vista commerciale che ambientale”. Il secondo progetto è stato realizzato da Achates Power, società che sviluppa motori ad alta efficienza per ridurre le emissioni di gas serra prodotte dai veicoli. Grazie all’investimento di Ogci Climate Investments (il fondo dell’organizzazione), la società potrà accelerare la sua distribuzione tecnologica in tutto il mondo. Infine la terza iniziativa riguarda la progettazione su larga scala di centrali a gas che utilizzino la tecnologia che permette la cattura e lo stoccaggio del carbonio (Carbon capture, utilization, and storage, CCUS)

“Il gas naturale è parte vitale della transizione verso un futuro a basso contenuto di carbonio. Il nostro obiettivo è lavorare per arrivare vicini alla soglia di zero emissioni di metano dalla catena di valore del gas. Siamo inoltre impegnati ad assicurare che il gas naturale prosegua a offrire i suoi benefici al clima e all’aria rispetto al carbone”, hanno affermato in una dichiarazione congiunta i dieci ceo che hanno dato vita a Ogci (tra cui anche l’amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi). Ogci collabora inoltre con il Fondo Onu per la difesa dell’ambiente per fornire sostegno finanziario e tecnico al primo studio mondiale sul metano e colmare le lacune nella identificazione e quantificazione delle emissioni globali di metano. Il progetto condotto in collaborazione con l’agenzia Onu per l’Ambiente, ha il potenziale di realizzare nuove politiche e contribuirà – assicurano – a identificare nuove iniziative per ridurre le emissioni.