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Costruttori in acciaio: no in house per manutenzioni autostrade

I produttori di acciaio per le costruzioni, tra cui i fabbricanti di barriere di sicurezza stradali, si schierano contro la scelta di escludere le manutenzioni dagli appalti che le concessionarie autostradali dovranno affidare per forza con gara.

Con una lettera inviata al ministero delle Infrastrutture Graziano Delrio, l’associazione di riferimento (Unicmi) ha manifestato «le forti preoccupazioni dell’intera filiera industriale» sulla scelta di tenere «le manutenzioni ordinarie» fuori «dal limite del 20% massimo di lavori da tenere in house nel perimetro delle concessioni».

La lettera «ha evidenziato le ambiguità che risiedono nella posizione sindacale di esclusiva difesa degli interessi dei lavoratori dipendenti dei concessionari ignorando le conseguenze che l’in house produrrebbe non tanto ai bilanci delle imprese specialistiche di settore (argomento che spesso il sindacato tende a non ritenere rilevante) quanto ai livelli occupazionali delle imprese stesse».

Ma non basta. Nella lettera l’associazione ha chiesto di eliminare del tutto la possibilità per i concessionari di affidare appalti senza gara. I gestori citati dal codice, ricorda l’associazione, «hanno ottenuto la concessione senza aver vinto una gara». Per questo «dovrebbero avere l’obbligo di affidare all’esterno, attraverso una procedura di gara ad evidenza pubblica, non già solo l’80%, bensì il 100% dei contratti di lavori, servizi e forniture, senza neanche il limite dei 150.000 euro».

Inoltre, per i costruttori in acciaio, bisognerebbe anche fare «chiarezza sulla definizione di manutenzioni ordinarie», definendo «n maniera insindacabile il campo entro il quale si individuano gli interventi ammissibili in questa categoria, restringendo l’elenco ai soli interventi che non necessitano di investimenti da parte dei concessionari (compresi quelli determinati dalla concessione stessa), bensì rientrino in una programmata attività manutentiva gestibile da magazzino».

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