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Bei: in Italia occorrono più investimenti per le infrastrutture

Per essere competitiva l’economia europea deve dare una decisa svolta. Un ulteriore ritardo negli investimenti infrastrutturali potrebbe compromettere la sua competitività.

Nell’ultimo rapporto annuale, appena pubblicato, la Banca europea per gli investimenti (Bei) sottolinea anche le difficoltà italiane, in particolare degli Enti pubblici più che delle imprese private. I comuni italiani sono quelli che chiedono più investimenti e che sino ad ora non sono stati sufficienti.

La crisi degli ultimi 9 anni ha creato un forte ritardo che deve essere superato con adeguati e precisi investimenti in modo da risolvere le necessità strutturali di lungo termine. Più importante ancora, come afferma il Presidente della Bei, dobbiamo convogliare gli investimenti verso quelle aree che permetteranno un aumento della crescita potenziale europea considerando come sia necessario rivedere l’uso della spesa, puntando su quella infrastrutturale.

Gli investimenti in generale sono cresciuti in media annua del 3,2% dal 2013 in poi, rispetto a una crescita media del 2,8% tra il 1995 e il 2005. In campo infrastrutturale, la spesa rimane però inferiore del 20% ai livelli pre-crisi. Molti paesi per rimettere ordine nei conti pubblici hanno ridotto gli investimenti.

I Comuni italiani per più del 45% considerano che gli investimenti sono stati finora insufficienti. Si tratta della quota più elevata in Europa. L’Italia è il paese dove più basso è stato l’aumento degli investimenti da parte dei comuni in questi ultimi cinque anni.

Nel rapporto Bei, le imprese italiane presentano due grosse difficoltà: l’incertezza del futuro e la regolamentazione sul mercato del lavoro. Inoltre altri fattori negativi sono la carenza di personale con la giusta preparazione; la presenza di costi elevati dell’energia; il mancato accesso alle necessarie risorse digitali; l’elevata tassazione e la pesante burocrazia.

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