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Autostrade, Delrio: piano semplificato per la Asti-Cuneo

Al centro dell’incompiuta Asti-Cuneo c’è il lotto II.6, il più importante dei tasselli mancanti dell’autostrada A33 che dovrebbe collegare i capoluoghi delle due province meridionali del Piemonte. Nell’ultimo anno e mezzo i contatti tra gli esponenti politici locali, i vertici del sistema confindustriale ed economico e il ministro dei Trasporti, Graziano Delrio, sono stati frequenti. L’ultimo tavolo risale a lunedì scorso. Due le novità emerse: il ministro ha confermato il sostegno all’ipotesi di un tracciato semplificato per collegare Alba a Cherasco, un tratto di circa nove chilometri lungo il percorso del fiume Tanaro il cui valore stimato è di 300 milioni, di fatto una bretella esterna fuori galleria realizzabile in tre anni e mezzo; la necessità di un atto aggiuntivo, un accordo con la concessionaria, la Asti-Cuneo controllata da Gavio e partecipata da Anas, da definire entro giugno.

Se questa ipotesi prendesse piede sarebbe necessario avviare l’iter autorizzativo – si tratta di una variante rispetto al progetto originario affidato con gara alla concessionaria – e avrebbe probabilmente bisogno di un passaggio formale presso l’Anac guidata da Raffaele Cantone. «La soluzione in esterna è quella più praticabile – ha detto Delrio lunedì a Cuneo – comporterebbe un aumento del pedaggio del 3,5% per sei anni. Percentuale che potrebbe diminuire con un accordo di cross-financing. Decidiamo e lavoriamo insieme per rendere le condizioni certe il più possibile». Fin qui il versante italiano della faccenda, che ha però anche un importante versante europeo.

La vicenda dell’Asti-Cuneo, infatti, incrocia la trattativa con la Commissione europea relativa alle mini-proroghe di alcune concessioni in cambio di investimenti spalmati su di un arco temporale più ampio. E apre il fronte del cross-financing, appunto, cioé la possibilità di collegare la realizzazione di una infrastruttura al flusso di cassa derivante dalla gestione di una tratta diversa. Nel caso della Asti-Cuneo, sottolinea Stefano Esposito, senatore del Pd e vicepresidente della Commissione Lavori pubblici, una delle possibili soluzioni potrebbe essere quella di mettere a gara sia la concessione per la tangenziale di Torino, oggi in proroga, che quella per la A21 Torino-Piacenza, in scadenza a luglio, con l’impegno a realizzare la “bretella” per la Asti-Cuneo intorno ad Alba. Trovare un percorso che permetta di superare il vecchio progetto e risolvere la questione del raccordo all’altezza di Alba è una priorità per il territorio. Un’area in cui il traffico leggero e pesante si concentra sulla Statale 231, con gravi problemi di sicurezza. A completare il quadro, il paradosso di una provincia tra le più produttive del paese di fatto isolata e «alle prese con una viabilità alternativa pericolosa, costosa e altamente inquinante» come sottolineato dal presidente di Confindustria Cuneo, Franco Biraghi.