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Atlantia lancia l’offerta su Abertis: 16,3 mld di euro

Nascerebbe un gruppo da 36 miliardi. La proposta italiana prevede una valutazione di 16,5 euro ad azione per il gruppo spagnolo. I soci iberici potranno accettare anche una “parziale alternativa” in nuove azioni Atlantia. Castellucci: “Offerta amichevole”. Ma gli spagnoli: “Offerta volontaria e non richiesta”

La notizia nell’aria è arrivata: Atlantia lancia un’offerta pubblica di acquisto e scambio (Opas) sulla spagnola Abertis Infraestructuras, un’operazione da 16,341 miliardi di euro per ottenere il 100 per cento della società iberica. Una proposta di nozze dalla quale potrebbe nascere un leader mondiale nelle infrastrutture di trasporto, con interessi che vanno dalle autostrade del Cile a quelle dell’India, passando tra le altre cose per l’aeroporto di Fiumicino, il sistema di pagamenti del Telepass e arrivando alle torri di trasmissione Cellnex.

Si tratta soprattutto di una rara puntata di shopping italiano all’estero, in tempi che vanno alle cronache più che altro per le scorribande dei gruppi stranieri lungo la Penisola. E dalle dimensione uniche, tanto da entrare direttamente in vetta alla classifica delle fusioni o acquisizioni da parte di gruppi italiani per dimensioni della società destinata a nascere.

Con un valore combinato di 36 miliardi, il frutto delle nozze si lascerebbe alle spalle i matrimoni Enel-Endesa o Unicredit-Hipoverein Bank, che risalgono a prima dello scoppio della grande crisi finanziaria. Secondo i dati di Bureau van Dijk, nel più recente passato ci sono stati molti rumors (Intesa su Generali o Fca su Peugeot), e pochi passi concreti: l’unica grande acquisizione vera e propria che si può riportare alla memoria è quella di Exor su PartnerRe, per un valore complessivo di quasi 7 miliardi. Quella tra Luxottica ed Essilor è catalogata come acquisizione francese da oltre 14 miliardi.

Atlantia e Abertis insieme potrebbero portare sull’altare una presenza in 19 Paesi, con oltre 14mila chilometri di autostrade da gestire e 60 milioni di passeggeri tra Fiumicino, Ciampino e gli aeroporti della Costa Azzurra.

Tra le due parti, la conoscenza è datata. Abertis è uscita da Atlantia soltanto nel 2011, Pubblicità con una cessione di un pacchetto del 6,7%: la sua permanenza nella società italiana era durata oltre un decennio. Dal 1999, a lungo si è parlato di un progetto di nozze (studiato in particolare dal 2006), fino al suo definitivo tramonto e a seguire allo smantellamento della quota.

Dal punto di vista tecnico, la proposta di nozze lanciata dalla società controllata dai Benetton prevede un corrispettivo interamente in denaro pari a 16,50 euro per ciascuna azione Abertis portata in adesione. Resta la possibilità per gli azionisti Abertis di optare, in tutto o in parte, per una “parziale alternativa in azioni”. La nota del gruppo italiano controllato dalla famiglia Benetton spiega che questa opzione è sulla base di un rapporto di scambio di 0,697 azioni Atlantia per ogni azione Abertis, determinato sulla base di un valore per azione di Atlantia assunto pari a 24,20 euro, in linea con il prezzo di borsa alla chiusura di venerdì scorso rettificato per tener conto dello stacco della cedola il 22 maggio prossimo.

I nuovi titoli che i soci Abertis potranno ricevere hanno caratteristiche particolari: il valore dell’azione Atlantia è stato determinato in 24,2 euro e i titoli speciali avranno diritto di nominare fino a tre amministratori, con il consiglio di amministrazione che passerà da 15 a 18 membri. Queste azioni non potranno essere trasferite fino al 15 febbraio 2019, dopo di che saranno convertite in azioni ordinarie. Il pagamento del corrispettivo in azioni speciali Atlantia è soggetto ad una soglia massima di accettazione pari a 230 milioni di azioni Abertis (pari a circa il 23,2% del totale delle azioni oggetto dell’offerta), eventualmente superata la quale sarà effettuato un riparto pro-rata del corrispettivo in azioni, con versamento della rimanente quota in denaro.

Dalla sim milanese Equita notano che l’offerta in azioni “sembra diretta a Caixa”, che ha il 22,5% di Abertis, proprio “in quanto assicura la nomina di 3 membri del cda”. Il target dell’offerta è il 50% più una azione Abertis, mentre non è in programma il delisting della società spagnola. Perché la proposta di Atlantia sia valida, serve anche che almeno 100 milioni di azioni Abertis (il 10,1% circa della totalità delle azioni oggetto dell’offerta) accettino di ricevere il pagamento “alternativo” in titoli Atlantia. A seconda delle diverse combinazioni possibili, l’esborso cash per Atlantia può andare da 6,5 miliardi (in caso del 50%+1 di adesioni e 10% di componente azionaria) a 14,7 miliardi (100% di adesioni a 10% di componente azionaria). In ogni caso, dettaglia il comunicato di Atlantia, “l’integrale finanziamento dell’operazione è stato già assicurato da un pool di primarie banche e istituzioni finanziarie”.

L’offerta, commenta l’amministratore delegato del gruppo italiano, Giovanni Castellucci, è “amichevole” e “attrattiva” per gli azionisti spagnoli. Secondo il manager, che punta a chiudere l’operazione nel quarto trimestre, nascerà “il leader mondiale nelle infrastrutture di trasporto. Sono sicuro che le grandi opportunità che potranno aprirsi saranno sfruttate al meglio dal gruppo manageriale, coeso e di successo, che risulterà dalla combinazione delle competenze uniche di Abertis e di Atlantia”. Il cda della società spagnola limita a un freddo comunicato la sua reazione: parla di un’operazione conosciuta “attraverso il comunicato” della società italiana alla Consob iberica e definisce l’offerta “volontaria e non richiesta”, anticipando che “non si pronuncerà fino a quando non sarà obbligatorio per i termini di legge”.