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Appalti pubblici e corruzione, a Monorchio jr sequestrato un milione

Appalti pilotati per la tratta Tav Milano-Genova e l’A3 Salerno-Reggio Calabria. I carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Roma hanno disposto il sequestro preventivo di beni per un milione a Giandomenico Monorchio, figlio di Andrea, ex ragioniere dello Stato. Ad Antonino Picca invece sono stati invece imposti il divieto di dimora a Pisa, l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e il divieto di esercitare per un anno la professione di ingegnere e di imprenditore nel settore delle opere pubbliche.

L’operazione fa parte dell’indagine «Amalgama» che aveva già portato, nell’ottobre 2016, all’arresto di 21 persone, ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere e corruzione per ottenere contratti di subappalto nell’ambito dei lavori per la realizzazione di opere pubbliche. Risultano indagati per corruzione altri imprenditori, non destinatari di alcuna misura restrittiva in quanto già colpiti dall’ordinanza di custodia cautelare dello scorso ottobre, eseguita dai carabinieri.

«La tipologia dei delitti e le modalità con le quali il Monorchio Giandomenico è solito destreggiarsi mediante società interposte, prestanome di quote societarie, modelli sistematici di corruttele, utilizzo di fatture per operazioni inesistenti volte a conseguire il profitto illecito, mostra l’estrema abilità di quello e la sua attuale e concreta capacità di occultare i beni al fine di evitare la confisca obbligatoria».

Lo scrive il Gip di Roma Gaspare Sturzo nell’ordinanza del 13 luglio che dispone il sequestro dei beni di Giandomenico Monorchio. Il Gip ha invece rigettato una nuova richiesta di custodia cautelare presentata dalla procura di Roma a carico di Monorchio.