Condividi, , Google Plus, LinkedIn,

Stampa

Anas, stallo con il Mef: stop al Contratto di programma

La situazione del nuovo Contratto di programma Anas resta bloccata, come spiegato da «Edilizia e Territorio» il 27 febbraio scorso. E a sbloccarla non potrà essere il decreto legge allo studio del ministero delle Infrastrutture (insieme alla presidenza del Consiglio).
Con il Dl – che non sarà pronto, comunque, prima di fine mese – il Mit ha l’obiettivo di disciplinare e rendere fluida la prevista fusione di Anas con il gruppo FS. Ma la fusione non si potrà fare – l’ha chiarito più volte l’Ad di FS Renato Mazzoncini – senza prima assicurare autonomia finanziaria all’Anas. E su questo la norma c’è già, nella legge di Stabilità 2016, ma dopo un anno è ancora lettera morta.

Il decreto legge allo studio dovrebbe invece risolvere un altro importante nodo dell’Anas, quello dei contenziosi pregressi (quasi 10 miliardi): più flessibilità nella gestione delle transazioni con le imprese e sblocco di 800 milioni che sono già nei cassetti dell’Anas, ma inutilizzabili. Anche questa una vicenda che si trascina da settembre, entrata e uscita varie volte da diversi testi di legge. Il Mit conta finalmente di risolverla.

Ma sull’autonomia finanziaria dell’Anas siamo ancora allo stallo.
Il punto resta la marcia indietro del Ministero dell’Economia, che torna a contestare i caposaldi del “contratto per corrispettivo” definito dalla legge di Stabilità 2016 (articolo 1 comma 868), e cioè il finanziamento statale ad Anas, non solo dei servizi ma anche degli investimenti, non più con risorse a fondo perduto decise anno per anno in bilancio, ma con un “contratto” che riconosca un “corrispettivo” variabile basato sulla qualità del servizio e della manutenzione, su pedaggi ombra (traffico sulla rete), sul livello effettivo di investimenti effettuati rispetto ai cronoprogrammi. In questo modo – questo il progetto, nero su bianco in quella norma di legge – sarebbe possibile dimostrare alla Commissione europea che l’Anas non gode più di un finanziamento certo statale, ma si regge su un corrispettivo variabile (per oltre il 50% delle sue spese) come un concessionario privato.

L’Economia ritiene in particolare che se il meccanismo del corrispettivo può funzionare per pagare i servizi svolti dall’Anas, così potrebbe non essere per gli investimenti. Il rischio è cioè che Eurostat, l’organo di statistica dell’Unione europea, non accetti questa operazione e blocchi dunque l’autonomia dell’Anas, continuando a classificarla come “pubblica amministrazione” ai fini dei conti pubblici, e dunque bloccando la capacità di indebitamento autonomo e la certezza di programmazione a cui l’Anas punta da anni. Magari col rischio che questo stop da Bruxelles arrivi dopo aver già fatto la fusione con Fs.

Così la norma di legge (articolo 1 comma 868 della legge di Stabilità 2016): il Contratto di programma tra Anas e il ministero delle Infrastrutture ha durata quinquennale, e «definisce il corrispettivo annuale a fronte delle opere da realizzare e dei servizi da rendere sulla base di un piano pluriennale di opere e di un programma di servizi sulla rete stradale. Il contratto di programma stabilisce, altresi’, gli standard qualitativi e le priorità, il cronoprogramma di realizzazione delle opere».

L’obiettivo, come noto, era da una parte liberare l’Anas dall’incertezza dei finanziamenti statali “anno per anno”, incerti sia nella quantificazione in ogni legge di bilancio sia nelle erogazioni di cassa. E dall’altra prevedere un meccanismo che consentisse di poter considerare gli introiti di Anas “da mercato” per oltre il 50% delle sue spese (correnti e di investimento), potendo così di conseguenza decontabilizzare la società (al 100% statale) dal bilancio pubblico ai fini delle regole di contabilità europee. Questa a cascata avrebbe consentito all’Anas di indebitarsi sul mercato (fuori dal debito pubblico).

Il nuovo contratto di programma era stato annunciato «alla firma, a giorni» dal presidente Anas Gianni Armani a inizio ottobre scorso, e ancora a gennaio gli uffici del Cipe si aspettavano l’invio del testo, firmato da Armani e il ministro Delrio, per il parere di legge.
Ma le continue richieste e integrazioni che da mesi il Ministero dell’Economia manda all’Anas e al Mit,a partire da febbraio hanno cominciato a rivelare la loro vera natura: un ripensamento sostanziale sull’operazione.

La situazione è bloccata da settimane, per ora senza intravvedere una soluzione (che, lo ripetiamo, non potrà arrivare con il decreto legge, perché lo stop dell’Economia è sostanziale, la norma di legge c’è già).

Il risultato è che gli investimenti Anas stanno rallentando: la società strade sta esaurendo i fondi derivanti dai vecchi Contratti di programma, fino a quello 2015, mentre le nuove risorse stanziate dalla legge di bilancio 2016, 6,6 miliardi di euro, sono ferme da oltre un anno perché subordinate alla firma del nuovo contratto di programma.