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Anas, Cipe approva il contratto di programma 2016-2020

Il Comitato interministeriale per la programmazione economica (Cipe) ha approvato lo schema di contratto di programma tra il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti (Mit) e Anas per il 2016-2020. Tante le novità introdotte, a partire dall’orizzonte pluriennale che consentirà una maggiore efficacia nella pianificazione rispetto al passato.

Il Piano pluriennale prevede circa 23,4 miliardi di euro che, sommati a circa 6,1 miliardi di interventi in fase di attivazione ed in corso di esecuzione, portano il valore totale degli investimenti previsti a circa 29,5 miliardi di euro, di cui circa 21,9 miliardi in gran parte già finanziati. In particolare, 6,4 miliardi sono stati messi a disposizione con la Legge di Stabilità 2016, mentre la parte residuale consiste nelle risorse già disponibili e nei nuovi Fondi per lo Sviluppo e la Coesione, anch’essi oggetto di pianificazione nel contratto. Risorse aggiuntive, per una ulteriore copertura degli interventi pianificati, sono previste – anche se non ricomprese nel contratto di programma – a valere sulla Legge di Stabilità 2017.

Altra importante novità è la previsione di un passaggio graduale dalla logica del ‘contributo’ alla logica del ‘corrispettivo’ come remunerazione delle attività di investimento e dei servizi di gestione della rete prestati. L’introduzione del corrispettivo prevede l’applicazione di penali relative sia alla qualità del servizio offerto da Anas sia alla realizzazione degli investimenti (esecuzione, progettazione definitiva ed esecutiva) nonché l’assunzione di rischi, da parte della società, a decorrere dal progetto definitivo.

L’obiettivo è l’autonomia finanziaria di Anas, consentendo di deconsolidare l’azienda dalla Pubblica Amministrazione e dal debito pubblico. Un tassello importante nell’ambito del progetto di integrazione FS-Anas. Si tratterebbe quindi di un modello di retribuzione del servizio offerto, come analogamente avviene per i concessionari autostradali e per altri sistemi di rete regolamentati, quali elettricità, gas, acqua, telecomunicazioni e aeroporti.

“Ora l’Anas è una vera e propria azienda che dovrà rispondere all’azionista e, soprattutto, ai suoi clienti cioè ai cittadini italiani”, ha detto all’AGI il presidente dell’Anas, Gianni Vittorio Armani.  “C’è voluto tempo – ha aggiunto – per un contratto del tutto innovativo che ora ci permette di avviare il percorso verso l’autonomia finanziaria e oggi possiamo realmente ragionare in una visione pluriennale da qui al 2032, termine di scadenza della concessione”. Con l’avvio di questo percorso, d’altro canto, il presidente ha spiegato che Anas si assumerà tutti i rischi industriali in termini di qualità, di traffico e di realizzazione delle opere, sia nel rispetto dei tempi sia dei costi.

“Per ora – ha chiarito Armani – il meccanismo tariffario vede come nostra contropartita lo Stato che ci trasferisce le risorse in contropartita degli investimenti (16 miliardi) e dell’esercizio e manutenzione delle strade (600 milioni annui). Il prossimo passo sarà quello di far pagare direttamente gli utenti, ma su tempi e modi di questo ulteriore ‘step’ sarà il Governo a decidere. Comunque già ora soddisfiamo pienamente i requisiti europei sul partenariato pubblico-privato”.

Il contratto di programma era uno dei tre requisiti fondamentali per l’ingresso di Anas nel gruppo Fs. Adesso, ha spiegato il presidente Armani, “è in corso la perizia sul contenzioso che prevediamo sia allineata con i dati che abbiamo iscritto in bilancio e, infine, si sta lavorando sulla clausola di indifferenza per la finanza pubblica”. “C’è voluto tempo – ha sottolineato – ma siamo veramente soddisfatti e oggi ci sentiamo un’azienda vera e propria che guarda prima di tutto alla soddisfazione dei suoi clienti”.

La maggiore fetta del piano di investimenti sarà destinata a interventi di manutenzione straordinaria, comprese opere di messa in sicurezza, per un importo di 10,4 miliardi di euro. Per il completamento di itinerari saranno destinati invece 8,4 miliardi, mentre 4 miliardi per nuove opere. Inoltre, 0,4 miliardi verranno utilizzati per interventi di ripristino della viabilità statale e locale danneggiata dal sisma del 2016 e 0,2 miliardi per altri investimenti. I criteri utilizzati per stabilire le priorità di intervento, sia sul fronte della manutenzione straordinaria che su quello delle nuove opere, sono stati l’analisi della rete e dei relativi fabbisogni infrastrutturali, l’analisi del traffico e dell’incidentalità, i benefici trasportistici.

Sul fronte della distribuzione per area geografica, il 56% degli investimenti previsti nel piano interesserà le regioni del Sud Italia e le Isole per un totale di circa 12,9 miliardi, il 24% riguarderà il Centro Italia per un totale di circa 5,7 miliardi, il 19% sarà destinato al Nord per un totale di circa 4,4 miliardi e l’1% sarà destinato alla copertura di danni ed emergenze.