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Anas, Armani: risorse certe per programmare e progettare

In un’intervista a Milano Finanza, il presidente parla del nuovo Piano investimenti presentato dalla società

“Da ora in poi avremo risorse certe che comporteranno capacità di programmare e progettare, questo per noi vorrà dire poter far partire subito i cantieri e farlo in modo ordinato”. Lo ha dichiarato il presidente Anas Gianni Vittorio Armani in un’intervista a Milano Finanza, parlando del Piano investimenti da 29,5 miliardi di euro presentato dalla Società. Un piano elaborato alla luce delle importanti novità, prima fra tutte proprio la certezza delle risorse, introdotte dal Contratto di programma 2016-2020 approvato dal Cipe ad agosto.

Tra gli argomenti affrontati nell’intervista c’è innanzitutto l’integrazione con FS che avverrà in aumento di capitale con il trasferimento delle azioni Anas. “In questo modo – ha spiegato Armani – entreremo sotto la capogruppo, come Rfi o Italferr. Grazie a questa operazione potranno esserci integrazioni organizzative di staff e soprattutto industriali con un efficientamento dei costi attorno ai 100 milioni”.

Il presidente ha poi parlato dei tempi dell’uscita dalla PA, spiegando che “il Contratto di programma già lo sancisce con l’autonomia finanziaria e il trasferimento dei principali rischi industriali dallo Stato ad Anas. Una volta formalizzato il Contratto – ha proseguito – potrà partire l’istanza ad Istat ed Eurostat per essere iscritti fuori dalla PA, la cui istruttoria durerà circa due anni”. Armani ha anche precisato che, allo stato attuale, Anas non ha bisogno di rivolgersi al mercato per raccogliere capitali. “Una volta integrati in FS – ha aggiunto – valuteremo se farlo noi come Anas su singole opere e viceversa se farlo come gruppo”.

Un domanda ha riguardato il tema dei contenziosi, in particolare l’ipotesi di risolvere la questione con una sorta di bad company. “Il piano è allo studio – ha affermato Armani –. Oggi affrontiamo però la questione forti di una perizia che ricalca le nostre stime sull’ammontare del contenzioso. Abbiamo già 4 miliardi risolti o in via di risoluzione su 13 complessivi. Non abbiamo pertanto necessariamente bisogno di un veicolo straordinario”.

L’intervista si chiude con la questione degli accordi quadro. “Stiamo studiando la lettera inviata dall’Anac al ministero dei Trasporti – ha affermato Armani –. Pare chiaro  che giudichi non applicabili gli accordi quadro alle opere nuove. Per quanto riguarda la manutenzione straordinaria, occorrerà approfondire l’impatto sulle «opere d’arte», come ponti e viadotti. Nel caso fosse necessario anche per questi interventi indire gare con progetto esecutivo, i tempi si allungherebbero enormemente. Oggi indiciamo circa 400 gare l’anno, ne dovremo indire 13mila, tanti sono i ponti sotto la nostra gestione”.

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