Condividi, , Google Plus, LinkedIn,

Stampa

Allarme occupazione. Confindustria: in Italia 7,7 milioni senza lavoro

A preoccupare, soprattutto l’alta disoccupazione di lunga durata e quella giovanile, che sta alimentando una forte emigrazione dall’Italia all’estero e dal Sud al Nord.

Nuovi emigranti: mezzo milione di italiani è andato a cercare lavoro all’estero. E l’ha trovato Lavoro, Cgia: autonomi guadagnano 26 mila euro l’anno, a Milano i più ricchi.

Sono stati raggiunti importanti risultati sul fronte dell’occupazione. Ma la strada da fare è ancora molta: in Italia infatti sono ben 7,7 milioni le persone che non hanno un lavoro. E’ quanto rileva Confindustria con il Rapporto previsionale realizzato da suo Centro Studi. “Vanno rimarcati – si legge – i risultati occupazionali, che sono straordinari in sè e in relazione all’andamento dell’economia: +730mila occupati rispetto al punto di minimo toccato nella seconda metà del 2013, +3,3% (+2,6% il Pil).

Non bisogna, però, dimenticare né i 7,7 milioni di persone cui manca il lavoro, in tutto o in parte, né l’alta disoccupazione di lunga durata (ossia da almeno dodici mesi, quasi il 60% del totale) nè l’elevata disoccupazione giovanile, che sta alimentando una forte emigrazione dall’Italia all’estero e dal Sud al Nord. L’aumento dell’inflazione è uno scalino legato al peggioramento delle ragioni di scambio. Le dinamiche retributive sono moderate e seguono, più che la debolezza del mercato del lavoro, i meccanismi contrattati di aggancio ai prezzi al consumo.

Nel biennio 2017-18 le retribuzioni reali arretrano dello 0,5%, dopo il +1,4% cumulato nel 2013-16”. Per il PIL l’aumento previsto è dell’1,3% nel 2017. A fine 2018 – si legge ancora nel rapporto – sarà ancora del 5% inferiore al massimo toccato oltre dieci anni prima e del 7,7% in termini pro-capite e intorno ai livelli del picco del 2011. Sul fronte della spesa pubblica Confindustria stima un calo al 49,2% del PIL nel 2017 (dal 49,6% nel 2016) e al 48,8% nel 2018, a fronte di un aumento in termini monetari (+1,0% nel 2017 e +1,4% nel 2018): quest’anno principalmente per l’aumento dei redditi da lavoro e delle prestazioni sociali.

Consumi famiglie tornati a livello 2011 La spesa delle famiglie nel 2016 è avanzata dell’1,3%, in rallentamento dal +1,5% nel 2015. Il Centro Studi Confindustria prevede che continuerà a crescere all’1,2% nel 2017 e dell’1,1% nel 2018. I consumi delle famiglie – sottolinea Confindustria nella previsione economica – hanno ricominciato ad aumentare dal secondo semestre del 2013, dopo otto trimestri consecutivi di calo (-6,7% cumulato). Fino al primo trimestre 2017 i consumi hanno registrato una variazione del 4,2%, ritornando sui livelli di fine 2011.

Quest’anno e il prossimo ulteriori aumenti della spesa delle famiglie saranno favoriti, in misura meno robusta rispetto al passato, dall’ulteriore incremento del reddito disponibile reale (+0,9% nel 2017 e +1,1% nel 2018), sostenuto dall’aumento previsto dell’occupazione (+0,9% e +0,7%), e dall’accelerazione del credito alle famiglie, che già nel 2016 aveva fornito un buon supporto.

La propensione al risparmio, che era aumentata nel 2016, è attesa diminuire sia quest’anno sia il prossimo grazie a un miglioramento delle condizioni economiche generali e ad attese più favorevoli. Serve Parlamento Eurozona e elezione diretta Presidente Commissione Elezione diretta del Presidente della Commissione Ue, che deve essere anche Presidente del Consiglio Ue; istituzione di un Parlamento solo dell’Eurozona, a cui dovrebbe rispondere un Ministro delle Finanze che gestisca il nuovo bilancio solo dell’Eurozona. Sono le proposte principali lanciate da Confindustria con il Rapporto che dedica il Focus di approfondimento all’Europa.

Per “aumentare la legittimazione democratica dell’Unione” Confindustria propone che quattro funzioni siano cedute dagli Stati all’Europa: le Relazioni internazionali; la sicurezza e difesa; il controllo delle frontiere e le politiche migratorie; l’adozione di un bilancio comune solo dell’Eurozona che protegga i cittadini dal rischio disoccupazione e finanzi investimenti.

Condividi, , Google Plus, LinkedIn,