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Al II Forum di Pietrarsa per la “cura del ferro”

Che la cura del ferro stia funzionando lo conferma anche l’amministratore delegato di Rete Ferroviaria italiana, Maurizio Gentile: “il traffico merci su ferro continua ad aumentare. Dal minimo di 43 milioni di treni chilometro siamo già risaliti nel 2016 ai 47. Ora siamo quasi a fine novembre e il 2017 si va attestando intorno a 49,23 milioni di treni chilometro”. E questo significa che c’è “un ulteriore incremento della modalità ferroviaria per quanto riguarda il trasporto merci”.

Molto resta da fare: “Questa inversione di tendenza – spiega Guido Gazzola, presidente di Assoferr – è avvenuta grazie alla connessione con i porti, agli incentivi, alla formazione, etc.. Ma siamo in Europa il fanalino di coda con una quota modale del ferro sul trasporto terrestre del 13%, anche se le imprese private del settore stanno conquistando notevoli quote. Per il futuro dobbiamo aumentare tale quota in modo sensibile attraverso molte azioni da sviluppare quali l’efficientamento del materiale rotabile, oltre a sostenere le industrie che investono sul trasporto su ferro.

Inoltre va sviluppata la centralità dei porti e bisogna garantire che le merci pericolose possano avere tracce ferroviarie dedicate. Va adeguata la legislazione italiana alla migliore legislazione europea”. Molto è stato già fatto – ammette Gazzola – ma “a queste positive azioni che stanno avvenendo concretamente va regolamentato il trasporto stradale anche con una tassazione specifica per sfavorire l’uso della gomma”.

Ma i risultati sono evidenti, almeno stando alle parole di Ennio Cascetta, che ha guidato la Struttura di missione strategica del MIT e ora è alla guida di RAM, la società per le autostrade del mare: “Dal 2014 al 2017 il traffico ferroviario merci è cresciuto del + 8,9%, quattro volte più del PIL, che è cresciuto del 2%.