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Adeguamento di 290 gallerie italiane agli standard UE

Un miliardo di investimenti per adeguare agli standard europei 290 gallerie sparse sulle strade italiane. La dead-line per i gestori della rete è fissata al 30 aprile 2019, mancano quindi poco più di due anni alla scadenza fissata dalla Ue (direttiva 2004/54) con l’obiettivo di innalzare i parametri di sicurezza dei tunnel dopo l’incidente del Monte Bianco che nel 1999 costò la vita a 39 persone . A distanza di quasi venti anni da quella tragedia, qualcosa è stato fatto.

Ma come risulta dal lavoro che sarà presentato domani a Roma nel corso del meeting internazionale dedicato alla sicurezza delle gallerie (organizzato da Aipcr Italia e Fastigi) molto resta ancora da fare. Soprattutto in Italia, il Paese che vanta il maggior numero di gallerie in Europa. Sono 360 i tunnel lungo la rete Tern («Trans european road network) con 690 “fornici”. Con concentrazioni molto alte in alcune aree del Paese. La Liguria, ad esempio, ospita il 14% di tutti i tunnel europei.

L’Italia ha già fatto diversi sforzi per raggiungere gli obiettivi europei. Secondo le stime è già stato speso un miliardo per adeguare i tunnel esistenti, la metà dei quali ha più di 30 anni. L’Anas ad esempio, su impulso del nuovo Ad Gianni Armani, ha varato lo scorso autunno un piano di manutenzione su 708 gallerie . «Il punto – spiega Domenico Crocco, segretario della sezione italiana dell’associazione mondiale strade – è che per completare gli interventi i gestori dovranno investire perlomeno un altro miliardo». La Spa delle strade ha già impiegato 372 milioni per migliorare 77 gallerie. Ma dovrà spendere altri 217 milioni per aprire cantieri in altre 44. Autostrade per l’Italia, riporta lo studio, ha 110 gallerie da adeguare, il Gruppo Gavio (Satap, Salt ecc.) 45 e il gruppo Toto (Autostrada dei parchi) 28.

Al momento solo il 20% delle gallerie italiane raggiunge gli standard Ue. Si tratta dei tunnel più recenti, come quelli presenti sul GRA, sulla Variante di Valico, sulla vecchia A3 (ora Autostrada del Mediterraneo). Per questo si sta provando a “contrattare” soluzioni diverse dagli interventi strutturali, sottolineando i notevoli costi economici e sociali dell’operazione a fronte di livelli di sicurezza già oggi elevati, nonostante il gap rispetto all’obiettivo massimo. Nel 2016 si sono verificati ben 25 incidenti con incendio in galleria. Anche grazie alle nuove dotazioni ci sono state intossicazioni, ma nessun morto.

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