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A marzo prime gare per le strade danneggiate dal terremoto

Il mandato del governo e della Protezione civile è “fare presto”, dunque i 408 interventi per il ripristino d’emergenza delle strade danneggiate dai terremoti 2016-2017, che valgono in tutto 389 milioni di euro, saranno in gran parte affidati con procedura negoziata senza bando e con tempi ridotti per tutte le procedure di gara. Ampie deroghe al Codice appalti, dunque, come ammesso dal decreto legge post-sisma 189/2016, che all’articolo 15-ter ha affidato all’Anas il ruolo di “soggetto attuatore”, consentendogli di utilizzare la lunga lista di deroghe al Dlgs 50/2016 di cui all’Ordinanza di protezione civile 394 del 19 settembre 2016.

Il 1° Piano stralcio sulle strade, elaborato dall’Anas e approvato dalla Protezione civile il 14 febbraio, sarà definitivo entro fine mese, quando gli enti gestori delle strade non Anas (330 interventi su 408, 221 milioni di euro su 389) avranno deciso quale quota di lavori sulla loro rete affidare all’Anas (progettazione e appalti). Probabile che alla fine sia la grande maggioranza.

Nella lista attuale dei 408 (la bozza di piano, scaricabile dal nostro sito), solo 14 interventi hanno importo superiore alla soglia Ue di 5,2 milioni di euro; 73 lotti sono tra uno e 5,2 milioni, 207 interventi hanno importo tra 150mila euro e un milione, i restanti 128 sono sotto i 150mila euro.

Ma il piano elaborato dall’Anas (non solo sulle proprie strade ma su tutte quelle danneggiate dai terremoti in Centro Italia) già prevede ipotesi di accorpamenti, se tutto fosse affidato all’Anas: 108 appalti di progettazione e 132 appalti di lavori per gli interventi in priorità 1 e 2 (il 98% dell’importo).

«Tutti gli appalti – ci spiega Fulvio M. Soccodato, responsabile Anas in qualità di soggetto attuatore – saranno su progetto esecutivo e al massimo ribasso. Utilizzeremo sempre procedure approvative e tempi di gara ridotti. Le procedure di affidamento dipendono anche da quanta parte del piano ci verrà affidata. Comunque per i lotti tra 1 e 5 milioni di euro utilizzeremo probabilmente le procedure negoziate senza bando, a inviti (in deroga al Codice, ndr), sopra i 5 milioni faremo probabilmente le gare, seppure con tempi ridotti».

l valore complessivo degli interventi post-terremoto sulle strade del Centro Italia (15.300 km l’intera rete nel cratere) dovrebbe salire a circa 800 milioni di euro.
Il 1° piano stralcio per affrontare l’emergenza (ripristino e messa in sicurezza), approvato nei giorni scorsi e di cui partiranno le gare di progettazione a inizio marzo, vale 389 milioni, nei prossimi mesi seguirà il 2° stralcio del valore di circa 200 milioni.
Poi ci saranno i piani di “ricostruzione”, cioè gli interventi di miglioramento e/o adeguamento sismico sulle strade del cratere: in base al lavoro che sta facendo l’Anas in qualità di “soggetto attuatore” si può stimare un costo di altri 200 milioni. E saliremmo così a circa 800 milioni totali.

Ma cerchiamo intanto di capire bene il 1° Piano stralcio da 389 milioni. «Almeno il 60% del piano – spiega Fulvio Soccodato, l’ingegnere che guida da dentro l’Anas il ruolo di “soggetto attuatore” della società strade – sarà affidato e completato entro l’anno, il restante 40% entro l’autunno 2018».

Le strade del “cratere” sono lunghe 15.300 km, di cui 1.689 di 1° livello (collegamenti inter-regionali e strade funzionali alla Protezione civile), e di queste circa 600 km sono strade statali Anas. Poi ci sono 2.633 km di 2° livello (mobilità inter-provinciale), e infine 10.933 km di strade locali.

«Dopo il sisma del 24 agosto – spiega Soccodato – ogni gestore si è attivato nell’emergenza, l’Anas ha fatto 4-5 milioni di euro di interventi di somma urgenza. Ma è venuta fuori un’estrema frammentazione, che ha indotto poi la Protezione civile a suggerire l’inserimento di una norma nel decreto legge ( art. 15-ter del Dl 17 ottobre 2016, n. 189, convertito con la legge 15 dicembre 2016, n. 229, ndr) che ha affidato all’Anas il ruolo di “soggetto attuatore” di protezione civile per “gli interventi di messa in sicurezza e della viabilità” sia delle strade statali Anas sia di quelle regionali e locali “ove necessario, anche in ragione della effettiva capacità operativa degli enti interessati”».
La norma imponeva all’Anas di finanziare gli interventi (anche quelli eventualmente delegati da Regioni e Comuni) anticipandoli dal Fondo unico Anas costituito con art. 1 c. 868 della legge di Stabilità 2016 (in pratica il nuovo fondo “unico” in cui confluiscono tutti i trasferimenti statali per gli investimenti Anas, in attesa dell’autonomia finanziaria, che ancora non si vede).

«Il terremoto del 31 ottobre – spiega Soccodato – è stato molto più pesante di quello di agosto, per le infrastrutture». In pratica l’Anas, in base all’articolo 15-ter, ha svolto mesi di sopralluoghi e rilievi e poi elaborato il 1° Piano stralcio di ripristino, approvato dalla Protezione civile il 14 febbraio (lista completa delle opere sul sito di Edilizia e territorio). Ora, entro febbraio, gli altri enti gestori delle strade inserite nel piano, dovranno decidere se affidare progettazioni e lavori all’Anas (il ruolo di stazione appaltante) oppure farli in proprio.
Abbiamo classificato le strade del “cratere” in tre livelli, in base all’importanza», spiega Soccodato (1.689 km in 1° livello, 2.633 in 2à, 10.993 in terzo). «Le indagini sono partite a fine novembre – prosegue – e finite a inizio gennaio per questo primo stralcio. Abbiamo fatto 622 sopralluoghi, coprendo interamente le aree danneggiate sulle strade di 1° livello, e circa il 40% sul 2° livello. Non c’era all’inizio piena consapevolezza delle criticità. Ne abbiamo individuate 574» (cioè punti danneggiati), «sulla base di una classificazione da A ad E» (A: viabilità interrotta. B: con ridotte condizioni di sicurezza. C: non in piena funzionalità). «Abbiamo fatto i rilievi insieme ai tecnici degli enti gestori – spiega Soccodato – in modo da condividere le analisi e le stime degli interventi necessari».

Il 1° piano stralcio

A cavallo di fine gennaio ci sono state riunioni con le 4 Regioni per definire il Piano, approvato poi dalla Protezione civile il 14 febbraio. «Ora gli enti gestori – spiega Soccodato – hanno alcuni giorni per decidere se hanno risorse e soprattutto le capacità tecniche per realizzare gli interventi individuati sulle loro strade. Per le risorse, anche loro possono attingere ai fondi della Protezione civile stanziati per il post-terremoto, il problema non è dunque quello. Può essere positivo che realizzino in proprio una parte degli interventi, ma devono firmare un’assunzione di responsabilità, dichiarare di avere le competenze tecniche e assumersi impegni sui tempi».

Gli interventi

Il Piano stralcio da 389 milioni (scarica dal nostro sito l’elenco completo degli interventi, che nel tabellone sono quelli con priorità 1, 2, 3) è articolato in 370 interventi per 335,2 milioni da realizzare nella Fase 1 e 38 interventi per 54,3 milioni nella Fase 2 (si tratta di “secondi lotti” sulle stesse strade: i casi in cui è opportuno realizzare in due tempi successivi interventi su stesse tratte o tratte contigue). Su 388,77 milioni di euro, la maggior parte degli interventi sono nelle Marche, per 296,3 milioni; poi l’Umbria (44,7), il Lazio (38,8 mln) e infine l’Abruzzo (8,8). Il 65% si concentra lungo 7 infrastrutture stradali appartenenti alla rete di 1° livello, colpite dal sisma: le strade statali ss 4 Salaria, e ss 685 Tre Valli Umbre, e poi 4 strade provinciali della provincia di Macerata e su Sp della provincia di Ascoli Piceno.

Gli affidamenti

Tutti gli interventi sono appaltabili nel 2017, e questa è l’intenzione dell’Anas. Tuttavia – spiega Soccodato – «le progettazioni sono ancora in gran parte da fare. Il mandato della Protezione civile è naturalmente di “fare presto”. Le procedure che utilizzeremo per fare gli affidamenti e le procedure approvative dipenderanno in parte da quanti interventi ci saranno affidati dagli enti locali» (da quanta mole di lavoro sarà cioè concentrata sull’Anas).
«Le deroghe al Codice – spiega – tra quelle ammesse in base all’ordinanza 394/2016, saranno soprattutto sui tempi dei vari passaggi (faremo sempre, ove necessarie, conferenze di servizi accelerate). Useremo sempre il massimo ribasso per le gare di lavori, anche per gli affidamenti oltre un milione di euro. Tutti gli appalti saranno su progetto esecutivo. A inizio marzo partiremo con le progettazioni: dovremo fare presto, tutti gli affidamenti saranno a procedura negoziata senza bando, inviteremo le imprese iscritte nei nostri Albi fornitori» (che sono articolati per progettazione e lavori, per qualifiche e importi).

«Tutti gli appalti – ci spiega Fulvio M. Soccodato, responsabile Anas in qualità di soggetto attuatore – saranno su progetto esecutivo e al massimo ribasso. Utilizzeremo sempre procedure approvative e tempi di gara ridotti. Le procedure di affidamento dipendono anche da quanta parte del piano ci verrà affidata. Comunque per i lotti tra 1 e 5 milioni di euro utilizzeremo probabilmente le procedure negoziate senza bando, a inviti (in deroga al Codice, ndr), sopra i 5 milioni faremo probabilmente le gare, seppure con tempi ridotti».

Nella lista attuale dei 408 (la bozza di piano, scaricabile dal nostro sito), solo 14 interventi hanno importo superiore alla soglia Ue di 5,2 milioni di euro; 73 lotti sono tra uno e 5,2 milioni, 207 interventi hanno importo tra 150mila euro e un milione, i restanti 128 sono sotto i 150mila euro.