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Visco: la ripresa resta fragile in Europa e in Italia

Le forti discontinuità che si sono determinate nella dinamica economica della grande crisi e del dopo-crisi hanno reso più complessi gli esercizi di previsione macro effettuati dalla banche centrali e dagli istituti di statistica. Ma il lavoro metodologico degli ultimi anni ha consentito notevoli passi avanti nell’analisi degli “effetti non lineari” tra variabili economiche e finanziarie anche grazie all’integrazione dei modelli di stima con un maggior numero di dati microeconomici e con un ricorso più attento alla scomposizione dei dati. Sono queste le principali conclusioni cui è giunto il Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, al termine della sua Lectio magistralis tenuta all’Università di Napoli Federico II in occasione del conferimento della laurea honoris causa in Scienze statistiche per le decisioni.

Quasi-deflazione rischia di rendere precaria la stabilità monetaria

Visco ha, in particolare, focalizzato la sua attenzione sulla prospettiva di bassa inflazione in cui continua a svilupparsi la congiuntura dell’eurozona nonostante le forti azioni di politica monetaria non convenzionali adottate dalla Bce. Una situazione di quasi-deflazione che, associata ad elevati livelli di indebitamento pubblico e privato, rischia di rendere precaria – ha osservato Visco – la stabilità monetaria allontanando le aspettative di inflazione dagli obiettivi della Bce (al di sotto ma vicino al 2%; ndr). In questa azione di policy il supporto dell’analisi statistica «ha svolto e continua svolgere un ruolo essenziale». Le previsioni macroeconomiche prodotte nell’Eurosistema «ancora indicano una tendenza molto lenta dell’inflazione a riportarsi su livelli in linea con l’obiettivo, anche se le misure finora adottate – ha aggiunto il Governatore – appaiono avere considerevolmente ridotto il rischio di deflazione». Da qui è scaturita la recente decisione del Consiglio direttivo della Bce di «proseguire l’azione fortemente espansiva per tutto il prossimo anno, riportando nello stesso tempo da marzo il livello degli acquisti mensili di titoli sui valori definiti all’inizio del programma».

Previsioni economiche si basino su bande di confidenza

Il Governatore ha insistito sulla forte correlazione tra instabilità economica e incertezza sia delle previsioni sia delle decisioni di policy che possono essere adottate. E dopo aver analizzato la tante ragioni che hanno condotto le banche centrali a sbagliare le loro previsioni macro sulla Grande crisi scoccata negli Stati Uniti con il crollo dei subprime e di Lehman Brothers, ha spiegato come nel nuovo contesto di incertezza il processo decisionale «non può far leva su “stime puntuali”, ma deve considerare valutazioni probabilistiche – bande di confidenza o intervalli di credibilità in un’ottica bayesiana – ottenute anche sulla base di una pluralità di modelli».

Economia italiana rimane fragile nonostante lieve crescita

In Italia e in Europa l’economia resta fragile anche se negli ultimi tre anni è tornata la crescita, seppur modesta – ha osservato all’inizio della sua Lectio il Governatore. «Negli ultimi tre anni, pur con una modesta ripresa della crescita annua (tra l’1 e il 2% nell’area e sotto l’1% in Italia), non si è attenuata la fragilità dell’economia. Ne è evidenza il progressivo abbassamento del tasso di crescita dei prezzi al consumo dal 2,5% per l’area nel 2012 allo 0% dello scorso anno (rispettivamente 3,3 e 0,1% in Italia). Anche al netto dei prodotti alimentari ed energetici, l’allontanamento dalla stabilità monetaria, definita dall’Eurosistema come un tasso di crescita dei prezzi di circa (”poco sotto”) il 2% nel medio periodo, risulta evidente: dall’1,5 allo 0,8% per l’area, dal 2 allo 0,7 per l’Italia».

Dopo crisi stabilità finanziaria tornata centrale

Dopo la lunga crisi, ha aggiunto il Governatore, è importante sottolineare che «la stabilità finanziaria, dopo decenni di sottovalutazione, è tornata al centro dell’attenzione della politica economica. Si parla molto oggi di rischi di “ristagno secolare”; questi rischi sono certo accentuati dagli squilibri finanziari e questi ultimi interagiscono pericolosamente con la stabilità dei prezzi, obiettivo ultimo assegnato alle banche centrali». La laurea honoris causa in Scienze statistiche per le decisioni è stata conferita a Visco «per i suoi meriti nella costruzione del modello econometrico della Banca d’Italia e nello sviluppo di studi e ricerche ad alto impatto statistico ed econometrico». Queste le motivazione del Dipartimento di Scienza politiche dell’Università Federico II di Napoli. Alla cerimonia erano presenti il rettore Gaetano Manfredi, il direttore del Dipartimento di Scienze politiche, Marco Musella e Adriano Giannola, già professore di Economia bancaria dell’Ateneo Federico II e presidente Svimez. Ha tenuto la Laudatio Academica Domenico Piccolo, professore di Statistica dell’Ateneo federiciano. Oggi pomeriggio di politica monetaria e di futuro dell’Uem parlerà a Bruxelles anche il presidente della Bundesbank, Jens Weidmann.