Accordo sul corridoio viabilistico Valdastico-Valsugana-Valle dell’Adige tra la Regione Veneto, la Provincia autonoma di Trento e il Ministero delle Infrastrutture (Mit). Un accordo tra il bizantino e il machiavellico che consente di dire al Veneto che ci sarà una nuova infrastruttura stradale tra l’autostrada Valdastico A31 e l’Autobrennero, alla Provincia di Trento che «la questione dell’autostrada in val d’Astico è stata definitivamente accantonata», e al Mit che l’accordo consentirà di ottenere da Bruxelles la proroga della concessione alla Brescia-Padova Spa, proroga che è condizionata alla realizzazione dell’autostrada Valdastico Nord.
Si tratta di obiettivi apparentemente in conflitto, ma – per la patria di Machiavelli e Pulcinella – conciliabili. La nuova soluzione a cui ora si lavora, infatti, con la supervisione del Mit, dovrebbe essere quella di prolungare l’autostrada Valdastico, ma non verso nord-ovest per la valle dell’Astico (quella ambientalmente più sensibile, nelle zone montane tra Lavarone e Folgaria, in Trentino) bensì verso nord, per sbucare non sulla A22 del Brennero in val d’Adige, ma in Valsugana, dove già scorre la SS 47, in molti tratti già a 4 corsie. In trentino si tratterebbe a questo punto di realizzare un nuovo tratto di superstrada non a pedaggio (comunque in continuità con la A31), che crei una viabilità alternativa alla SS 47 nel tratto finale tra Levico e Trento.
La concessione dell’Autostrada Brescia-Padova Spa (società controllata al 45% da Re Consult Infrastrutture, una Spa con soci di riferimento Intesa Sanpaolo e Astaldi, e con enti locali al 32%) è già in regime di concessione scaduta e gestione in prorogatio, ma il ministero ha concordato con la Commissione Ue una proroga della durata al 2026 se sarà approvato al più presto il progetto definitivo dell’autostrada Valdastico Nord. Cosa che non è imminente neppure dopo l’accordo del 9 febbraio, ma alle Infrastrutture si dicono convinti di poter ottenere ancora pazienza da Bruxelles. La definizione di dettaglio dell’intesa Trento-Veneto dovra’ essere portata al CIPE nei prossimi mesi, e poi trasformata in progettazione da parte degli uffici del Ministero.
Un comunicato della Regione Veneto cita pezzi dell’accordo: «Dopo aver constatato l’esistenza delle condizioni “per la prosecuzione dell’iter di perfezionamento dell’Intesa… anche ai fini dell’assenso previsto dal Piano urbanistico della Provincia autonoma di Trento” e dopo aver “riconosciuto lo scenario maggiormente rispondente agli obiettivi strategici europei, nazionali e locali, analizzando e integrando le ipotesi progettuali allo studio nel quadro complessivo dei collegamenti che attraversano l’Arco Alpino Orientale”, il Comitato Paritetico ha concluso che “lo scenario di comune interesse consiste nel corridoio d’interconnessione infrastrutturale tra la Valle dell’Astico, la Valsugana e la Valle dell’Adige, che in territorio trentino si contestualizza anche come un collegamento tra viabilità ordinarie e, segnatamente, tra la SS 47 ‘della Valsugana’ e la SS 12 ‘dell’Abetone e del Brennero’ il quale presenta le ricadute positive nel contesto dei territori interregionali”».
Così spiega l’assessore veneto ai lavori pubblici, infrastrutture e trasporti, Elisa De Berti: «Il Comitato Paritetico ha individuato uno scenario di comune interesse riguardante i collegamenti trasportistici tra Veneto e Trentino, così articolato: un corridoio di collegamento viario tra la Valle dell’Astico, Valsugana e Valle dell’Adige; un’ottimizzazione dei collegamenti tra la SS 47 della Valsugana e la SS 12 del Brennero, in provincia di Trento; un efficientamento dei collegamenti che percorrono la Valsugana in territorio veneto, che prevedano interventi sulla SS 47 per risolvere le criticità presenti».
Così ha commentato il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia: «Con la decisione al Mit del comitato paritetico fra Veneto e Trentino nasce, di fatto, un nuovo valico a nord fra la Regione e la Provincia autonoma. Dopo l’approvazione da parte del Cipe del documento redatto oggi, infatti, il ministero progetterà una nuova strada che rappresenterà il collegamento fra la A31 e l’area dell’alto vicentino e l’Autobrennero. Non è’ tuttavia l’unica decisione raggiunta oggi: sarà anche infatti elettrificata la ferrovia della Valsugana e, nella stessa area, saranno fatti lavori per per risolvere le criticità presenti sulla SS47. Sul lato trentino, invece, saranno ottimizzati i collegamenti fra la stessa SS47 e la SS12». Veneto e Trentino hanno dunque cosi’ trovato un accordo che soddisfa le esigenze di entrambi, che per la regione guidata da Luca Zaia erano di garantire un ulteriore sbocco a Nord ai cittadini e agli operatori economici.
Così spiega l’accordo l’assessore alle Infrastrutture della Provincia autonoma di Trento, Mauro Gilmozzi: «Abbiamo confermato la nostra totale indisponibilità all’autostrada in Valdastico, abbiamo espresso più volte parere negativo, e mi pare che con l’accordo di oggi la questione sia superata. Ci siamo detti disponibili a studiare il potenziamento dei collegamenti infrastrutturali tra Veneto e Val d’Adige, approfondendo la fattibilità tecnica di un corridoio che in provincia di Trento preveda in sostanza solo la realizzazione di una nuova strada urbana, non a pedaggio, tra Levico e Trento. Siamo disponibili su questo ad aprire il tavolo». Molta prudenza come si vede.
Fiducioso invece il Ministero: «C’è in sostanza intesa su un tracciato – spiegano – che dalla A4 prolunagndo la A31, porti alla A22. Forse non sarà tecnicamente un’autostrada, ma una superstrada a pagamento, forse neppure tutta a pagamento, vederemo. Comunque per quanto riguarda la concessione alla Brescia-Padova siamo fiduciosi che si possa ottenere l’ok da Bruxelles».