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Tunnel Torino-Lione cambiano modalità di cantiere

Cambio di programma nella realizzazione della Nuova Linea Torino Lione (NLTL). Il tunnel di base della nuova linea verrà scavato a partire dal cantiere di Chiomonte (dove esiste già il “buco” per l’unica discenderia italiana dell’opera), e non realizzando un nuovo cantiere a Susa.

E’ il risultato del lavoro di una commissione di studio (formata da 17 docenti universitari), che ha fornito la risposta ai quesiti posti da Cipe nello scorso settembre per capire la fattibilità di “un progetto di cantierizzazione per ridurre al minimo, in questa fase, l’impatto sulla piana di Susa”.

I risultati dagli studi sono stati presentati riservatamente alle forze dell’ordine e al Prefetto di Torino  il 20 maggio scorso (e sono stati resi noti solo dal quotidiano la Repubblica), ottenendo un sostanziale via libera che verrà ufficializzato nelle prossime settimane. Chiaro il vantaggio della nuova ipotesi: un minor impatto dal punto di vista dell’ordine pubblico.

Dal punto di vista tecnico, dopo l’ampliamento dell’attuale area di cantiere, si procederà a far partire lo scavo per il tunnel di base a fianco dell’imbocco del tunnel geognostico della Maddalena che è ormai giunto a oltre due terzi del percorso.

La “talpa” della galleria esplorativa ha infatti superato i 5.100 metri sui 7.500 previsti dal progetto. Il nuovo scavo in partenza dal cantiere di Chiomonte sarà costituito da un’unica galleria del diametro di 10 metri che in meno di un chilometro arriverà ad incrociare l’asse del tunnel di base. A questo punto, verrà scavata una grande camera da cui partiranno le talpe per realizzare le due canne della galleria con la Francia.

Il cambio di progetto del cantiere, che dovrà essere approvato da una conferenza dei servizi entro fine anno, prevede anche un diverso smaltimento delle terre di scavo, il cosiddetto “smarino”. In un primo tempo, infatti, la terra scavata avrebbe dovuto essere portata via su treno; adesso si useranno i camion che dal cantiere di Chiomonte raggiungeranno la ferrovia con diversi viaggi notturni per andare a scaricare la terra di scavo sui vagoni.

Il costo per effettuare questa variazione nei lavori, dovrebbe essere più bassa dei 200 milioni circa messi a disposizione dal Cipe lo scorso autunno per tutelare la sicurezza del cantiere e di chi lavora all’interno. Mentre il costo più alto per il trasporto dello smarino dovrebbe essere in parte compensato dalle minori spese che saranno necessarie per il semplice ampliamento del cantiere esistente rispetto al progetto di realizzarne uno nuovo a Susa.