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Torino-Lione, oggi si accende la «talpa Federica»: il quadro delle gare in arrivo

Si chiama Federica e sarà battezzata, ufficialmente, questo pomeriggio, nel cantiere di Saint-Martin-La-Porte, dove per l’occasione sarà presente il Primo ministro francese, Manuel Valls e le autorità di Francia e Italia. È la Tbm (tunnel boring machine), che a partire dai prossimi giorni scaverà 9 chilometri del futuro tunnel di base della Torino-Lione verso l’Italia. Un’opera che, sulla carta, fa ancora parte degli studi esplorativi, ma che è già un potenziale anticipo sul cantiere vero e proprio e per questa ragione viene realizzata sull’asse e del diametro della galleria, lunga 57,5 chilometri, che collegherà le due nazioni transfrontaliere.

La cerimonia ufficiale sarà, anche, l’occasione per fare il punto sull’iter della Torino-Lione per la tratta internazionale, cioè quella cofinanziata dall’Ue, che corre fra la stazione di Saint-Jean-De-Maurienne e quella di Susa. E sugli appalti in arrivo. I 66,4 chilometri della sezione transfrontaliera saranno suddivisi in 9 lotti geografici, cui si aggiungono due lotti relativi alla valorizzazione e al deposito dei materiali estratti dallo scavo e un lotto dedicato alla realizzazione dell’armamento ferroviario, di impianti e tecnologie. Ciascun lotto sarà caratterizzato da un appalto principale, relativo allo scavo del tunnel, e da più appalti minori: in tutto, nel 2017, sono attesi almeno 4 maxi-bandi in territorio transalpino, di valore compreso fra 600 milioni e 1 miliardo, cui seguiranno analoghe gare lato Italia.

Ma non si tratterà solo di maxi bandi: molti saranno anche i piccoli appalti. Una strada che si è scelto di percorrere per venire incontro al sistema-territorio ed evitare che il coinvolgimento delle imprese del territorio avvenga solo attraverso il subappalto.
Sulla base del ‘grant agreement”, cioè del contratto di cofinanziamento sottoscritto con l’Ue dal ministro Graziano Delrio e dal suo omologo francese per la Torino-Lione nel novembre del 2015, entro il 2019 per la Torino-Lione dovranno essere spesi circa 2 miliardi di euro: di questi 813 milioni sono coperti da finanziamento Ue e il resto dai due Stati. Le risorse sono già in erogazione.

Per far funzionare l’intera macchina, Telt (il promotore che ha preso il posto di Ltf, società attiva per la sola fase di progettazione) sta consolidando in questi mesi la propria struttura aziendale e amministrativa. La società avrà, a regime, fra i 120 e i 130 dipendenti e ha da poco rinnovato le sue sedi, puntando anche sotto l’aspetto “fisico” su due strutture, una a Torino e una a Technolac, dotate di tecnologia e allestite per raccontare a chi le visita la storia dell’infrastruttura.

Le gare potranno partire non appena i rispettivi Parlamenti, di Italia e Francia, avranno ratificato il nuovo regolamento dei contratti, che contiene il dettaglio delle modalità con cui le norme antimafia, vigenti in Italia, saranno integrate con il diritto francese e applicate a tutte le procedure di gara, sopra e sotto soglia. Il termine per accendere il semaforo verde (l’atto ha già ricevuto, lo scorso 7 giugno, il placet della Cig) scadrà a fine anno, secondo quanto sancito nel protocollo addizionale all’accordo binazionale, per l’avvio dei lavori della Torino-Lione, sottoscritto lo scorso 8 marzo a Venezia da Italia e Francia.