Condividi, , Google Plus, LinkedIn,

Stampa

Torino-Lione, in agosto si inizia a scavare il tunnel di base

In agosto inizierà dal lato francese lo scavo del tunnel di base della Nuova Linea Torino Lione (NLTL). L’assemblaggio della macchina è già iniziato e venerdì scorso, il nuovo cantiere – a due chilometri circa dall’ingresso dell’imbocco della discenderia di Saint Martin La Porte nella valle della Maurienne – è stato ufficialmente inaugurato dal premier d’oltralpe Manuel Valls alla presenza del Commissario di Governo per la NLTL, Paolo Foietta, e del Direttore generale di Telt (la società mista italo-francese incaricata di realizzare l’opera), Mario Virano.

La collocazione della talpa che scaverà il tunnel andando incontro ad una analoga macchina che scaverà dal lato italiano, è a settecento metri di profondità sotto il massiccio dell’Houiller. La macchina – Federica, questo il nome -, inizierà appunto a lavorare in agosto ed è alta grosso modo con un edificio di otto piani oltre che essere lunga come un campo di calcio (circa 135 metri). La sua capacità di scavo è pari a circa 350 metri al giorno; la talpa è inoltre dotata di uno scudo di scavo di 11,4m, particolarmente studiato per le rocce carbonifere che incontrerà.

Proprio la particolare natura della roccia da scavare ha obbligato a cambiare leggermente le caratteristiche della macchina stessa. Le rocce carbonifere tendono a richiudersi prima che vengano montati i conci di cemento – è stato spiegato -, per questo motivo lo scudo di scavo è largo fino a 2 metri e mezzo in più dei 9 della galleria. In ogni caso, Federica scaverà 9 chilometri con un’attività che dovrebbe concludersi a inizio 2019, quando sui due versanti altre talpe dovrebbero aver cominciato lo scavo.

Federica pesa 2400 tonnellate e una potenza pari a otto motori di formula 1. Circa i costi a carico dei due Stati, Valls ha annunciato che per la parte francese questi saranno dimezzati per quanto riguarda il carico dello Stato utilizzando l’aumento dei pedaggi autostradali. In altri termini, dei 2,2 miliardi che la Francia dovrà pagare per il tunnel, 1,1 arriverà dall’aumento dei pedaggi autostradali sul versante francese e da quello delle tariffe dei valichi di Frejus, Monte Bianco e Ventimiglia. Si tratterà di un “ritocco progressivo e molto contenuto, spalmato su un periodo di 65 anni”.

Questo perché Parigi è molto indebitata e, a differenza dell’Italia, non può pagare interamente i costi con denari pubblici. C’è da chiedersi perché l’Italia non potrebbe fare altrettanto risparmiando un miliardo di euro e mettendolo a carico dei tir: “La nostra idea – ha detto Valls – ha una motivazione economica ma anche ecologica perché nel tempo favorirà il riequilibrio tra gomma e ferro”. Tutto ovviamente dovrà però essere coordinato con l’Italia.