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Società in house, approvate le linee guida per l’iscrizione inAnac

Dall’Amat di Palermo alla Zètema di Roma , passando per il consorzio interuniversitario Cineca, Invitalia (ministero dell’Economia) e Sogesid (Ambiente e Infrastrutture). Muove i primi passi il sistema inaugurato dal nuovo codice dei contratti pubblici per accendere un faro sugli appalti affidati alle società in house delle pubbliche amministrazioni, evitando che si trasformino in strumenti di limitazione del concorrenza e sottrazione di investimenti pubblici per i mercati di riferimento. Non solo nel campo delle infrastrutture o dei trasporti, ma anche in tutti gli altri settori.

A controllare la legittimità di questo tipo di affidamenti dovrà essere l’Anticorruzione. In risposta alle indicazioni del codice l’Autorità guidata da Raffaele Cantone ha messo in consultazione (fino al 20 dicembre) le linee guida necessarie a mettere in piedi l’albo delle società autorizzate ad affidare (e ricevere) appalti in house. Si tratta del primo passo per tentare di portare in piena luce un mercato che finora è vissuto all’ombra (confortevole) degli affidamenti diretti, evitando abusi dell’eccezionale regime di deroga concesso dal codice. Un settore su cui Cantone ha già deciso di puntare l’attenzione, come dimostra il parere con cui la settimana scorsa ha di fatto stoppato l’assegnazione diretta a Sogei del servizio di monitoraggio sul sistema Sistri (rifiuti) da parte del ministero dell’Ambiente.

L’albo conterrà tutte le informazioni delle amministrazioni controllanti e delle società in house, con l’indicazione esplicita della clausola statutaria che impone lo svolgimento di una quota del fatturato pari almeno all’80% nei confronti dell’ente controllante «e che la produzione ulteriore rispetto a questo limite sia consentita solo se assicura economie di scala». Insieme al «controllo analogo», cioè lo stringente potere di indirizzo esercitato dall’amministrazione che controlla la società in house, è uno dei requisiti fondamentali, anche ai sensi delle regole europee, per consentire deroghe all’obbligo di affidare gli incarichi con gare aperte al mercato. Per questo i controlli dell’Anac si concentreranno sul rispetto di entrambi questi parametri.

In ogni caso le verifiche dell’Anac, ai fini dell’ok o dell’eventuale diniego all’iscrizione nell’elenco, non potranno andare oltre i 90 giorni. Mentre le eventuali sospensioni per acquisire ulteriori documenti non potranno superare altri 30 giorni.

Pesanti le conseguenze in caso di perdita di requisiti che comportino la cancellazione dall’albo tenuto dall’Anac. L’amministrazione colta in fallo non potrà più assegnare appalti in house. Inoltre, «i contratti già aggiudicati dovranno essere revocati e affidati con le procedure di evidenza pubblica previste dal codice».