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Sicurezza stradale: le sanzioni non bastano più, serve più prevenzione

Si fa presto a dire sicurezza, infatti è uno dei temi ricorrenti e cruciali delle campagne elettorali amministrative, ma spesso la sicurezza di cui si parla è quella nella propria abitazione o in strada, tralasciando il più delle volte quella stradale. Eppure si può parlare di una vera e propria emergenza sicurezza per i pedoni sempre più a rischio nelle città, dove si registra un aumento degli incidenti rispetto alle strade extraurbane. I dati Istat e Aci attestano che la crescita nell’ultimo biennio è pari al 4,9% rispetto agli anni precedenti: a pagarne le conseguenze maggiori sono coloro che si spostano a piedi, il cui tasso di mortalità è 4 volte superiore rispetto a chi si trovava in auto nell’istante in cui è stato coinvolto nell’incidente.

La fascia di età più colpita è quella degli anziani che con il loro incedere più lento e meno agile sono un “bersaglio” più fragile da colpire in una viabilità sempre più impaziente e nevrotica. Il picco dei decessi lo si trova tra i pedoni in età tra gli 80 e gli 84 anni, in prevalenza uomini; ma complessivamente il rischio stradale per i pedoni inizia a 70 anni.

Le responsabilità sulle cause degli incidenti nella maggior parte dei casi – due su tre – sono addebitabili a comportanti scorretti del conducente, tant’è che di recente è stato introdotto il reato di omicidio stradale. Ebbene proprio a seguito di questa innovazione del codice ci si aspettava che nelle città ci fosse un adeguamento della segnaletica stradale volta a disciplinare e prevenire i comportamenti rischiosi quando si è per strada. Invece non si trova nessun tipo di segnaletica nuova, anzi, quella in vigore non sempre è facilmente individuabile e chiaramente comprensibile. Per il momento, e come al solito, fioccano le multe: è il caso di Milano, capitale delle contravvenzioni, dove pare che si stia procedendo con un’operazione mirata proprio a seguito dell’introduzione del reato di omicidio stradale.

Per l’amministrazione uscente sarebbe una prevenzione, anche se sembrerebbe più che altro l’ennesima offensiva di sanzioni, con lo scopo di evitare soste pericolose che determinano situazioni potenzialmente a rischio per i pedoni. In sostanza nell’ultimo periodo, dopo la riforma del codice, si persegue la “sosta abusiva pericolosa” ossia per il caso da noi considerato vengono sanzionati molto di più tutti i possibili intralci a chi si sposta a piedi: sosta dell’auto davanti agli scivoli dei marciapiedi, o addirittura sui marciapiedi, oltre alle soste a ridosso degli incroci e in curva. Perseguire le soste potenzialmente pericolose farebbe parte di una strategia complessiva di protezione sia dei pedoni, gli utenti più deboli della strada, che degli automobilisti.