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Sicilia, patto legalità Anas-Prefetti su controllo cantieri

E’ stato siglato ieri, alla presenza del Ministro dell’Interno Angelino Alfano, presso la sede della Prefettura di Palermo e del Presidente di Anas Gianni Vittorio Armani, un protocollo di legalità con i nove prefetti siciliani finalizzato alla prevenzione dei tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata nel settore dei contratti pubblici e alla prevenzione delle interferenze illecite nei cantieri stradali dell’isola.

L’iniziativa, fortemente voluta da Anas e dal Ministero dell’Interno, col coordinamento del Prefetto di Palermo, prosegue nel solco delle peculiarità adottate in Sicilia con il Protocollo di Legalità “Carlo Alberto Dalla Chiesa” e introduce, in uno spirito di collaborazione con le Prefetture, nuove e più qualificanti forme di controllo anche sotto il profilo normativo.

“Le clausole protocollari – ha commentato il Presidente Armani – verranno applicate a tutti i lavori il cui importo superi i 250 mila euro e prevedono un rigoroso screening, curato dalle Forze dell’Ordine componenti i Gruppi Interforze, di tutte le imprese coinvolte, sia in qualità di appaltatori, che di subappaltatori o subcontraenti”.

Il controllo coordinato dei cantieri e dei subcantieri verrà attuato attraverso la comunicazione alla Prefettura territorialmente competente del “settimanale di cantiere” predisposto da Anas, uno strumento di controllo, molto utile per il monitoraggio da parte delle Forze dell’Ordine, in cui sono annotate le presenze quotidiane in cantiere di uomini e mezzi.

Sono inoltre previste più severe forme di controllo della qualità del calcestruzzo. “Il Protocollo di Legalità recepisce le misure, contenute nell’accordo tra il Ministero dell’Interno e l’Autorità Nazionale Anticorruzione, finalizzate al contrasto del fenomeno della corruzione”.

Tali misure includono l’inserimento in tutti i bandi di gara di clausole recanti una serie di indicazioni per lo sviluppo di una coordinata azione di prevenzione dei fenomeni corruttivi e prevedono che l’Appaltatore sia obbligato a dare tempestiva comunicazione alla Prefettura e all’Autorità Giudiziaria di eventuali tentativi di concussione.

La Stazione Appaltante, ovvero l’Anas, è impegnata ad avvalersi della clausola risolutiva espressa ai sensi dell’art. 1456 del Codice Civile ogni qualvolta sia stata disposta, nei confronti dell’imprenditore, una misura cautelare per reati di corruzione, peculato, turbata libertà degli incanti o turbata libertà di scelta del procedimento del contraente.

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