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Riforma appalti, periodo transitorio di tre mesi

C’è una novità sostanziale nel percorso di approvazione del nuovo codice degli appalti. Nel testo definitivo che sarà approvato dal Consiglio dei ministri entro il 18 aprile sarà inserito un periodo transitorio di tre mesi in cui continuerà a essere vigente il vecchio regolamento del 2010. Questo consentirà all’Autorità anticorruzione guidata da Raffaele Cantone di varare le linee guida generali di soft law che completano il codice evitando periodi di “vuoto”.

È quanto emerso nel corso di un convegno organizzato dall’Ance sul nuovo codice: la proposta dell’inserimento di un periodo transitorio è arrivata direttamente da Cantone e ha ricevuto subito una disponibilità del ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio. In questa direzione andrebbe anche il parere del Consiglio di Stato di imminente trasmissione. D’accordo anche il presidente dell’Ance, Claudio De Albertis, che nella sua relazione iniziale al convegno aveva messo in guardia dai pericoli che possono nascondersi in una serie di dettagli normativi che hanno però un grande impatto sul mercato e sulla vita delle imprese.

Sul subappalto, per esempio, De Albertis ha chiesto di eliminare la responsabilità solidale dell’appaltatore nel caso in cui il subappaltatore sia pagato direttamente dalla stazione appaltante e di spostare al momento dell’inizio lavori l’obbligo di indicazione da parte delle imprese partecipanti alla gara della “terna” di possibili subappaltatori, oggi previsto al momento dell’offerta. De Albertis ha anche chiesto di eliminare il riferimento al requisito dei «lavori analoghi» per le opere di importo superiori a 20 milioni, proponendo semmai di sostituirlo con il requisito di «un fatturato pari a 2,5 volte l’importo a base d’asta». Tra le modifiche più rilevanti chieste dall’Ance anche l’innalzamento da 1 a 2,5 miliardi della soglia fino alla quale è possibile utilizzare il criterio di aggiudicazione del massimo ribasso. Una criticità è anche l’eliminazione dei meccanismi di esclusione automatica sotto soglia. Il giudizio complessivo dell’Ance sul nuovo codice resta comunque positivo.

Cantone ha invitato la platea a «non passare dall’entusiasmo alla depressione», sostenendo la fase, difficile ma necessaria, della prima attuazione del nuovo codice. Cantone ha mandato ieri alle commissioni parlamentari una nota che ripercorre le correzioni più rilevanti proposte dall’Anac anche in sede di audizione. Cantone ha poi ribadito al convegno Ance alcuni chiarimenti necessari: il rating reputazionale per le imprese che deve essere una competenza esclusiva dell’Anac (senza ambigue sovrapposizioni con le funzioni esercitate dalle Soa), un chiarimento per eliminare le possibili sovrapposizioni fra accordo bonario e collegio consultivo tecnico, l’introduzione di un potere sanzionatorio dell’Anac (o un potere di ordine) nei confronti dei concessionari che non rispettino la quota dell’80% di lavori da affidare a terzi, la previsione di una «quantomeno parziale vincolatività» degli atti di regolazione flessibile dell’Anac (bandi-tipo, linee-guida, capitolati e contratti-tipo).

Per Delrio il settore degli appalti «è molto delicato, perchè viene da anni di malattia»e «non ci sarebbe stato bisogno di riscrivere codice degli appalti se tutto fosse andato bene». Con riferimento al codice Delrio ha ammesso che i decreti attuativi «anche per me sono troppi» ma ha detto che «stiamo facendo un lavoro di pulizia».