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Renzi: Calenda sarà il ministro dello Sviluppo economico

L’annuncio, a sorpresa, lo ha dato il premier Matteo Renzi nel corso della trasmissione “Che tempo che fa”. Il nuovo ministro dello Sviluppo economico sarà Carlo Calenda. «Ho detto in tutte le sedi che del nome del ministro dello Sviluppo economico dovevo parlare prima col presidente della Repubblica. Ne ho parlato? Sì. Il nuovo ministro è Carlo Calenda» ha detto Renzi nel corso della trasmissione condotta da Fabio Fazio. E ha aggiunto: «È l’ex viceministro, gli ho chiesto di tornare da Bruxelles: giurerà in settimana al Quirinale».

Il presidente del Consiglio ha spiazzato tutti. Per la guida del dicastero rimasto vacante dopo le dimissioni di Federica Guidi a fine marzo i nomi più accreditati erano quelli del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti e di Chicco Testa (presidente di Assoelettrica, ex presidente Enel). Vice ministro dello Sviluppo economico nei governi Letta e Renzi e da marzo 2016 nominato da Renzi rappresentante dell’Italia presso l’Unione europea, Carlo Calenda, 43 anni, è figlio dell’economista Fabio e della regista Cristina Comencini.

Quello di Calenda, ha sottolineato Renzi, «è un ritorno, è stato vice ministro» allo Sviluppo economico fino all’inizio dell’anno, «lo avevamo mandato a Bruxelles, non immaginavamo lo scandalo che ha portato alle dimissioni della Guidi». Ed in proposito, Renzi ha sottolineato come sia «importante che qualche ministro, qualche politico si dimetta». «Purtroppo – ha continuato – c’è stato uno scandalo, una pagina brutta, mi dispiace molto personalmente per quello che è successo a Federica Guidi, ma lei almeno ha avuto il coraggio ed il buonsenso di rassegnare le dimissioni».

Quindi, parlando della scelta di Calenda – che a Bruxelles si è insediato il 21 marzo scorso, prendendo il posto dell’ambasciatore Stefano Sannino, mandato a Madrid – Renzi ha spiegato quale deve essere il profilo del titolare dello Sviluppo economico. «A noi serve uno che sia in grado di maneggiare un ministero importante come quello dello Sviluppo economico – ha detto – che abbia l’intelligenza per ragionare del futuro, che vuol dire innovazione, manifattura 4.0, investimenti nelle aree di crisi». Per questo, ha concluso, «ho chiesto a Calenda, che già governava la macchina del ministero, di tornare indietro da Bruxelles».