Condividi, , Google Plus, LinkedIn,

Stampa

Prezzo del petrolio crolla a 32$: fino a dove può scendere?

Il prezzo del petrolio è di nuovo in una forte fase ribassista, arrivando a superare i minimi del 2004.
Ma quanto può scendere ancora il prezzo del petrolio? Quali sono i fattori che potrebbero spingere un recupero?

La quotazione del petrolio è scesa ai minimi di oltre 10 anni giovedì, sulla scia di un’altra sessione fortemente in risso sulla borsa cinese; aumentano le preoccupazione circa la domanda di petrolio da parte della seconda economia più grande del mondo.
I futures sul WTI sono crollati del 5.5% poco sopra i 32 dollari al barile, livello che non si vedeva da oltre 10 anni. Solo ieri il prezzo del petrolio è crollato di un altro 6%.
Il Brent ha perso più del 5.3%. Il proseguimento del movimento al ribasso del prezzo del petrolio è stato causato principalmente dalla sospensione del trading sul mercato cinese per la seconda volta in una sola settimana. La Borsa aveva perso il 7% nella prima mezz’ora.

I prezzi del petrolio hanno perso oltre il 65% dal picco di 18 mesi fa a causa di un eccesso di offerta mondiale, il calo della domanda e l’aumento del numero di barili invenduti.
L’OPEC, guidata dall’Arabia Saudita, è impegnata in una guerra dei prezzi con gli altri produttori di petrolio ad alto costo, soprattutto gli Stati Uniti, per proteggere la propria quota di mercato.
Ora, nuovi dati in uscita sull’economia della Cina stanno aumentando ancora di più la pressione sui prezzi dell’oro nero. La Cina è un compratore fondamentale nel mercato del petrolio.

Prezzo del petrolio in discesa: le cause
La Cina ha accelerato la svalutazione dello yuan durante la sessione asiatica di giovedì, spingendo al ribasso le valute dell’area asiatica e causando forti turbolenze sui mercati finanziari, con gli investitori intimoriti che la Cina stia portando avanti una guerra valutaria su ampia scala contro i suoi competitor.

Il trading sui mercati azionari cinesi è stato sospeso per il resto della giornata, la seconda volta questa settimana, e l’autorità di regolamentazione è intervenuta pesantemente mediante nuove norme per limitare la svendita dei titoli da parte principali azionisti delle società quotate.
Con la debolezza sui mercati finanziari come sfondo, i prezzi del petrolio hanno continuato a scendere senza sosta. Il Brent è in perdita del 4.06% a 32.84 dollari al barile, un livello che non si vedeva da prima del 2004, al di sotto del precedente minimo di 11 anni segnato nella sessione di mercoledì. Il greggio WTI segna -3.74% al momento in cui si scrive, arrivando a toccare quota 32.7 dollari al barile.

Prezzo del petrolio verso i 20 dollari al barile
Alcuni ritengono che il prezzo del petrolio possa teoricamente scendere ad un minimo di 20-25 dollari al barile.
Edward Morse, a capo del settore commodities di Citigroup, insieme ad altri analisti si attende che il prezzo del petrolio possa arrivare a 20 dollari al barile prima di stabilizzarsi e iniziare il recupero durante gli ultimi mesi del 2016.
Può essere una visione insolita, ma in questa view la gran parte dei produttori di shale oil degli Stati Uniti può riuscire a resistere ai prezzi attuali del petrolio.
Sarebbe un’attività in perdita – si stima che il costo di produzione sia di circa 40 dollari al barile per i produttori di shale oil – ma fino a quando il prezzo del petrolio non scenderà a circa 25 dollari al barile allora gli Stati Uniti potrebbero non fermare la produzione.

Tuttavia, esiste un problema ben più grande del futuro dell’industria dello shale oil degli Stati Uniti. Sono molti i produttori di petrolio che non possono sopravvivere a questi livelli: Venezuela, Algeria, Nigeria – ad esempio – si trovano ad affrontare gravi problemi finanziari e forte instabilità politica.
L’agitazione proveniente dall’instabilità geopolitica – e le conseguenti preoccupazioni circa la produzione – potrebbero spingere i prezzi del petrolio al rialzo, ma non di molto. Restano da monitorare gli sviluppi del conflitto tra Iran e Arabia Saudita.