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Porti: riforma non sufficiente a ridare slancio al sistema

La Commissione speciale del Consiglio di Stato ha reso pubblico il parere sullo schema di decreto in materia di Autorità portuali. La riforma si sentiva certamente come necessaria e le linee generali del parere restano condivise in particolar modo sulla riorganizzazione e semplificazione di un
sistema portuale ultra ventennale, considerato troppo complesso e frammentato.

Ne sono un esempio, si legge in una nota, “la riduzione delle attuali 24 ‘Autorità portuali’ ed il passaggio a 15 nuove ‘Autorità di sistema portuale’, cui vengono conferite anche le funzioni di raccordo nei confronti di tutte le amministrazioni aventi competenza sulle attività in ambito portuale. Così come apprezzata è l’individuazione di procedure più snelle e meritocratiche per la scelta dei futuri vertici delle Autorità.

Il Consiglio di Stato invita, quindi, a mantenere coerente l’impianto di riforma, senza cedere a deroghe e dilazioni, su spinta delle istanze regionali e locali, non sostenute da forti motivazioni oggettive”. L’approccio è certamente innovativo – non solo dal punto di vista giuridico, ma anche socio-economico. Tuttavia il Consiglio di Stato è convinto che la riforma, da sola, non sia sufficiente a ridare slancio economico al ‘Sistema Mare’ dell’Italia, con il rischio, quindi, che si indebolisca o resti incompiuta.

Ciò che occorre è una più strutturata consultazione degli stakeolders, una pianificazione più strategica nazionale, ed una apertura al mondo della logistica e dell’intermodalità, in cui vengano portate avanti anche altre riforme in itinere strettamente collegate, come ad esempio quella degli
interporti.

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