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Piano operativo Infrastrutture da 11,5 miliardi

Messa in sicurezza delle infrastrutture nazionali per 1,6 miliardi di euro, piano metropolitane per 1,22 miliardi, acquisto di treni urbani e autobus per un miliardo. Questi i filoni più innovativi del Piano operativo del ministero delle Infrastrutture per l’utilizzo dei fondi Fsc 2014-2020, approvato il 1° dicembre dal Cipe. Gli altri capitoli (più “tradizionali”) sono le opere stradali (5.331 milioni) e quelle ferroviarie (2.056 milioni).

Con la pubblicazione del Piano in Gazzetta, dopo la registrazione della delibera alla Corte dei conti, le opere indicate nei piani potranno essere appaltate, e i fondi immediatamente impegnati. «Nel Piano Delrio – spiega Ennio Cascetta, professore di Pianificazione dei sistemi di trasporto all’Università Federico II di Napoli e capo della Struttura di missione del Ministero per l’indirizzo strategico e lo sviluppo delle infrastrutture – ci sono opere a diverso livello di maturità. Alcune già dotate di progettazione, e pronte ad essere appaltate, altre di cui si deve ancora fare la progettazione di fattibilità».

Il peso prevalente delle opere stradali, 6,35 miliardi in tutto, compensa i 18 miliardi assegnati dal governo alle opere ferroviaria nelle ultime due leggi di stabilità. Si tratta di 110 interventi medi e piccoli, sparsi in tutte le regioni, per il completamento di interventi su strade statali Anas, o la loro “integrazione”. Questo per 5,33 miliardi, così suddivisi:
1. Completamenti di itinerari già programmati 2.488,40 milioni
2. Interventi di adeguamento e razionalizzazione della rete stradale 2.590,80 milioni
3. Interventi sulla viabilità secondaria finalizzati a favorire l’accessibilità alle aree interne e a quelle più penalizzate dalla particolare orografia del territorio 252 milioni.
Poi ci sono 21 interventi per manutenzione straordinaria e messa in sicurezza di tratti stradali, per 1.021 milioni, a integrazione dei piani Anas.

I 300 milioni per la sicurezza ferroviaria delle reti regionali “interconnesse” (Dm Delrio 5 agosto 2016).

Sul “materiale rotabile” ci sono 800 milioni per l’acquisto di treni per le metropolitane e i treni pendolari, e 200 per gli autobus. Questi fondi sono rigidamente assegnati per il 20% al Centro-Nord e 80% al Sud, cosa che non avviene sugli altri capitoli (l’obbligo dell’80-20 per l’Fsc deve essere rispettato su tutti i 48 miliardi Fs dal 2014 al 2023, non misura per misura).

Alle metropolitane vanno 1,2 miliardi (ci sono ad esempio 354 milioni per le ferrovie regionali Roma-Lido e Roma-Viterbo, 115 milioni per la metropolitana di Napoli e 97 milioni per il metrò leggero di Cagliari). «La strategia per il trasporto pubblico locale – si legge a pagina 53 del documento – si deve fondare su proposte innovative per il rilancio del settore, anche nella direzione di una maggiore integrazione intermodale tra ferro e gomma. Si punta a migliorare sensibilmente la qualità dei servizi regionali, con particolare riferimento alle grandi aree metropolitane ed ai servizi per i pendolari, attraverso interventi mirati ad incrementare la capacità dei nodi, a velocizzare le tratte extraurbane, a sviluppare punti di interscambio in area urbana, migliorare l’accessibilità dei servizi nelle stazioni, anche attraverso misure quali il rinnovo del parco mezzi e in particolare del materiale rotabile e l’introduzione di sistemi di bigliettazione integrata, la smaterializzazione dei titoli di viaggio e forme di info-mobilità integrate e dinamiche.

Uno degli obiettivi più importanti è quello di riqualificare le autostazioni– strutture di arrivo e partenza dei mezzi su gomma del trasporto suburbano, interurbano e interregionale – in adiacenza ai più importanti nodi ferroviari, in modo da renderle più moderne e vivibili così come incentivare i grandi parcheggi per autovetture private, al fine di favorire gli spostamenti intermodali, in particolare quelli casa-studio e casa-lavoro».