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Passante di Bologna, il débat public ha sbloccato il progetto

Il «confronto pubblico» sul progetto tangenziale tenutosi a Bologna tra settembre e ottobre, una serie di assemblee aperte quartiere per quartiere per spiegare il progetto di potenziamento della tangenziale, si è chiuso a fine ottobre con l’accoglimento di suggerimenti e prescrizioni per un valore di circa 40 milioni di euro, che fanno crescere il costo complessivo dell’opera da 650 a 690 milioni di euro. Ma le danno anche più sprint, anche nella valutazione di Aspi, e più possibilità di passare liscia per i formali iter approvativi delle conferenze di servizi.
L’accordo definitivo sulle conclusioni del confronto pubblico è stato firmato a inizio dicembre da Autostrade, Ministero delle Infrastrutture, Regione Emilia Romagna, Comune di Bologna.

Il passante di Bologna (nuova autostrada a nord di Bologna, costo 1,3 miliardi) era solo ipotizzato, ma non contrattualizzato nella convenzione 2007 di Autostrade per l’Italia. Dopo l’accordo tra Mit ed enti locali il 14 aprile scorso (che accantonava il progetto del Passante perché troppo impattante, costoso, e poco utile) Aspi ha presentato il 30 giugno il progetto preliminare per il potenziamento della tangenziale, con l’allargamento da due a tre corsie (in alcuni tratti 4) e il rifacimento dei 13 accessi alla città. Costo: 650 milioni.

Il progetto prevede l’ampliamento in sede dell’A14 e della tangenziale: dall’allacciamento del raccordo di Casalecchio fino a San Lazzaro, per una lunghezza totale di 13 km. Il tratto autostradale sarà ampliato a tre corsie più quella di emergenza in entrambe le direzioni. La tangenziale, invece, avrà tre corsie più quella di emergenza che diventeranno quattro nel tratto più trafficato, con un nuovo limite di velocità di 80 km/h.
«Questa soluzione – sostiene Autostrade – rispetto alle alternative esaminate negli anni precedenti (Passante nord e Passante sud), assicura i maggiori benefici per la collettività. Tra i principali vantaggi: minor tempo di percorrenza e minori consumi di carburante; minore consumo di suolo e movimentazione di materiali; riduzione dei tempi di realizzazione (almeno 2 anni in meno rispetto alle altre proposte)».

Aspi è la società che più ha creduto nel debat public in questi anni, e fu la prima a lanciarlo con la Gronda di Genova.
Certo ha un costo. I suggerimenti e le osservazioni emerse dal confronto pubblico a Bologna hanno indotto Autostrade a recepire modifiche (mitigazioni ambientali e opere di inserimento nel contesto urbano, come piste ciclabili e sottopassi) che costeranno nel definitivo adeguato circa 40 milioni, un aumento di costo del 6%.
Ora però si parte. Nei prossimi giorni sarà pubblicato l’avviso di avvio della procedura di Valutazione di impatto ambientale. L’obiettivo è avviare e chiudere la conferenza di servizi nella prima metà dell’anno, arrivare al Cipe in estate e infine (se tutto filerà liscio) alla pubblicazione del bando di gara di lavori entro fine anno, con inizio cantieri nel 2018 (tre anni e mezzo il tempo dei lavori dalla consegna cantiere).