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Nuovo codice appalti in Parlamento, pareri per velocizzare i tempi

Saranno due pareri fotocopia, per velocizzare i tempi ma anche per aumentare la pressione sui problemi che saranno individuati. Il Codice appalti, bollinato dalla Ragioneria generale dello Stato, è appena arrivato in Parlamento. Comincia, così, a correre il termine prima della pronuncia di Camera e Senato: ci sarà spazio di discussione al massimo fino al prossimo 6 aprile. Serve ancora qualche giorno agli uffici per elaborare la complessa documentazione tecnica di analisi dei 219 articoli del testo finale. Nel frattempo, però, arrivano le prime decisioni. A partire dalla conferma dei relatori della legge delega: Stefano Esposito al Senato e Raffaella Mariani alla Camera.
Per proseguire con le audizioni: saranno ascoltati solo il ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio e il presidente Anac, Raffaele Cantone. Tutti gli altri dovranno accontentarsi di lettere di segnalazione.

Il testo, dopo la bollinatura della Ragioneria generale dello Stato, è arrivato in Parlamento. Per analizzarlo arriveranno due pareri strategici, quelli delle commissioni Ambiente e Lavori pubblici di Camera e Senato. Dovranno verificare se il Governo ha rispettato i principi della legge delega (legge n. 11/2016). Poi, le commissioni Bilancio si occuperanno delle questioni relative alla sostenibilità finanziaria del provvedimento e quelle competenti in materia di Politiche Ue della compatibilità con le tre direttive europee (n. 23, 24 e 25 del 2014).

La trasmissione, per recuperare qualche giorno, era originariamente prevista per venerdì scorso. Alcuni intoppi, però, hanno costretto il Governo ad allungare i tempi. Dopo il Consiglio dei ministri è arrivata una correzione finale, chiesta dal ministero dell’Economia sulle sanzioni Anac: i relativi proventi, prima di arrivare al ministero delle Infrastrutture, transiteranno dal bilancio dello Stato che, in questo modo, potrebbe disporre della liquidità per altri scopi, almeno in teoria. L’invio, allora, è avvenuto soltanto lunedì 7 marzo. Una data che permette di mettere un primo paletto per comporre il calendario delle prossime settimane di lavori parlamentari.

Il termine massimo per la consegna dei pareri è fissato tra circa trenta giorni, il prossimo 6 aprile. Nel frattempo, si esprimeranno anche il Consiglio di Stato e la Conferenza unificata. Difficilmente le commissioni, però, potranno prendersi tutto il tempo a loro disposizione. L’entrata in vigore del Codice dovrà arrivare entro il prossimo 18 aprile. Dopo il 6 aprile, saranno necessari altri quindici giorni per chiudere il secondo parere delle commissioni, nel caso in cui vengano richieste modifiche. Vuol dire che, prendendosi tutto il tempo a disposizione, si finirebbe abbondantemente oltre il venti, considerando anche gli altri adempimenti necessari prima della Gazzetta ufficiale. Il Parlamento, insomma, dovrà correre.

Raffaella Mariani, relatrice in commissione Ambiente alla Camera, spiega il suo cronoprogramma: «Non avremo tempo di risentire tutti i soggetti che abbiamo convocato in fase di scrittura della delega, per questo ci siamo orientando ad ascoltare solo il ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio e il presidente Anac, Raffaele Cantone». Per associazioni, sindacati e altri soggetti interessati al Codice resterà solo la strada delle lettere di osservazioni, per chiedere di essere inseriti nei pareri. Oggi è convocato l’ufficio di presidenza per fare il punto sul lavoro degli uffici: ai tecnici di Camera e Senato servirà qualche giorno per preparare i dossier di supporto alle commissioni. La previsione è che solo martedì prossimo (il 15 marzo) possa iniziare la discussione. Anche se, dice Mariani, «cercheremo di essere più veloci possibile».

Una scansione temporale confermata dall’altro relatore, Stefano Esposito: «Questa settimana non riusciremo a fare nulla», racconta. Il senatore, però, aggiunge un dettaglio: «Lavoreremo a due pareri fotocopia». In questo modo, le commissioni imbastiranno un’azione coordinata per rendere più efficace il pressing sul Governo. Anche le audizioni potrebbero essere tenute insieme, per stringere i tempi.