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Mazzoncini: «Piano industriale di Ferrovie: la fusione con Anas si farà»

La quotazione in Borsa di Ferrovie resta confermata al 2017 e nel piano, previsto per fine mese, ci saranno alcune ipotesi di lavoro, «con prospettive un po’ diverse da quelle immaginate in questi mesi», ma nessuno scorporo fuori dal gruppo. Venerdì il numero uno di Fs, Renato Mazzoncini, è tornato così sul nodo della privatizzazione a margine del workshop Ambrosetti. «La quotazione in Borsa all’interno del nostro nuovo piano non deve essere un mezzo ma un fine – ha detto -. Abbiamo fatto alcune ipotesi di lavoro che verranno illustrate all’interno del piano». Quanto alla deadline, l’ad si è limitato a confermare «la tempistica del 2017, sarà l’anno su cui ci si può muovere su questo tema, che è più di perimetro di cosa si quota che non di tempi».

Nel piano, che avrà un orizzonte decennale, ci sarà poi l’annunciata fusione di Anas. «In questi due mesi c’è stato un team di lavoro per risolvere il problema del meccanismo di remunerazione con cui Anas entra nel gruppo Fs, che non è pubblica amministrazione, perché il 50% dei suoi ricavi è mercato – ha precisato Mazzoncini -. Questo team ha voluto due lavori paralleli: uno di tipo industriale, per capire le sinergie, e l’altro per fare in modo che, con la fusione di Anas, non si trascini di nuovo Fs dentro la Pa, perché l’obiettivo è il contrario». C’è stato, ha aggiunto l’ad, «un esito positivo di questi lavori, ora ci sono le condizioni per andare avanti e la fusione sarà un elemento qualificante del piano».

Mazzoncini ha quindi chiarito che non ci sono stati contatti con la giunta Raggi sul dossier Atac. «Nel nuovo piano ci sarà anche il tema del trasporto pubblico locale, noi immaginiamo di salire di una quota significativa di presenza nel Tpl complessivo del Paese e questo – ha detto – lo facciamo in una logica di integrazione di modalità che riteniamo sia un elemento vincente, c’è una forte volontà da parte nostra di diventare un modello per la mobilità integrata, subentrando a quelle parti del sistema non efficiente». Purtroppo, ha proseguito, «oggi nel Tpl è stato citato il caso Atac, il più clamoroso, abbiamo gestioni estremamente inefficienti e noi abbiamo dato la nostra disponibilità ad occuparcene direttamente . Contatti con la nuova giunta non ce ne sono stati finora, non ci siamo mossi noi e dovrebbero essere loro a farlo. Abbiamo letto tutti delle dimissioni dei vertici, vediamo adesso cosa faranno».